L’economia e il Giappone non possono fermarsi davanti alla storia e ai ricordi, seppure dolorosi. Queste, in sintesi, le parole dShinzo Abe, primo ministro giapponese, secondo cui l’energia atomica dovrebbe arrivare a coprire il 20% del fabbisogno energetico del Paese entro il 2030. La fame di energia del Giappone ha prodotto un deficit commerciale che, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, negli ultimi quattro anni si è attestato alla cifra record di 103 miliardi di dollari.
Ed è così che Tokio torna al nucleare con la riapertura del primo reattore dopo il disastro di Fukushima. L’azienda energetica Kyushu Electric Power ha resto noto di aver riavviato il reattore numero uno della centrale nucleare di Sendai, mentre un secondo reattore dovrebbe entrare in funzione a ottobre. Entro la prossima primavera, secondo i piani governativi, altri undici dovrebbero ripartire. Il Giappone dispone attualmente di 43 impianti nucleari dei quali 25 hanno avviato la procedura burocratica che porterà alla riattivazione. Ovviamente le tempistiche appaiono dilatate perchè gli standard di sicurezza e i test che le centrali devono superare sono molto più elevati. “Allo scopo di evitare disastri simili a quello di Fukushima – ha dichiarato Michiaki Uryu, presidente di Kyushu Electric Power – vogliamo tranquillizzare i cittadini migliorando la sicurezza dei nostri impianti”.
Giuseppe Maneggio