AMBIENTE: Clima, due gradi in più parte del mondo va sott’acqua. Anche parte dell’Italia

La simulazione di Climate Central mostra come cambierebbero le nostre città con l’innalzamento dei mari dovuto all’aumento della temperature della Terra. Un grado l’abbiamo già superato, a due il nostro pianeta diventerebbe irriconoscibile

veneziaA FIUMICINO solo con l’idrovolante, poi in gommone a Roma fino ai limiti del raccordo anulare. E Venezia? La Mostra del cinema al Lido sulle zattere, ci si muove solo in gondola da un ponte all’altro e fra qualche rara piazzetta ancora asciutta. Sparita la costa Adriatica sino a Rimini e il fronte mare di Genova. Nel mondo, fra 200 e 400 milioni di persone con la casa sott’acqua: di mezza New York e tutta Miami solo la memoria. Spaventati? Be’, questo è lo scenario ottimistico: se tutto va bene, anzi benissimo, Trump non vince le elezioni americane, l’accordo sul clima di Parigi resta in piedi, tutti mantengono gli impegni sottoscritti un anno fa e si riesce a mantenere il rialzo delle temperature a 2 gradi centigradi. Perché l’idea che, non superando i due gradi in più, rispetto al mondo preindustriale, come concordato a Parigi, l’abbiamo fatta franca, è un colossale autoinganno. La Terra di due gradi più calda (e un grado già l’abbiamo superato) è un pianeta quasi irriconoscibile. Nella simulazione di Climate Central– un autorevole centro di ricerca ambientale americano – il livello globale dei mari, con lo scioglimento dei ghiacci, ad esempio della Groenlandia, sale di quasi 5 metri, sommergendo buona parte delle città sul mare nel mondo. Il brutto è che bisogna, probabilmente, cominciare ad abituarsi a questo futuro.

Naturalmente, questo futuro non è domani. L’innalzamento delle acque è un processo lento, graduale, non una catastrofe repentina. Ma l’innalzamento medio non tiene conto di tempeste e mareggiate, le punte che rendono, comunque, le città inabitabili: fra vent’anni l’uragano Sandy, probabilmente, sommergerebbe per giorni l’intera New York. E la lentezza di questo processo ha un rovescio drammatico: è praticamente irreversibile, almeno in tempi meno che secolari. Le leggi della fisica comportano che l’anidride carbonica si accumuli sempre di più nell’atmosfera, più velocemente di quanto possa essere riassorbita. Anche se smettessimo miracolosamente completamente di produrne, resterebbe nell’aria a scaldare il pianeta per decenni.

La fisica ha, in questo caso, un immediato risvolto politico. I due gradi che allagano Fiumicino saranno un problema dei nostri figli e nipoti, ma la Co2 che li condanna la stiamo producendo noi. Molti scienziati ritengono che, se non si riesce a limitare le emissioni entro il 2030, la CO2 accumulata renderà comunque inevitabili i due gradi. Lunedì prossimo si apre a Marrakech, la conferenza internazionale chiamata a mettere in concreto gli impegni presi a Parigi nello scorso dicembre. E’ la strada per fermare la deriva del riscaldamento globale.  Altrimenti, assicuratevi di avere a disposizione le pinne e gli occhiali. (repubblica.it)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.