AMBIENTE: Vittoria degli ambientalisti negli Usa, Obama boccia l’oleodotto Keystone XL

Il presidente dice no al mastodontico progetto che doveva trasferire petrolio dal Canada al golfo del Messico: “Non aiuterebbe la nostra economia”

oleodotto usaE’ la vittoria per la quale gli ambientalisti americani hanno combattuto per sette anni. “L’oleodotto XL Keystone non si farà”. Lo ha annunciato Barack Obama in un discorso dalla Casa Bianca. “Sono giunto alla conclusione che non darebbe un contributo significativo alla crescita economica degli Stati Uniti”, annunca il presidente chiudendo un dibattito dalla posta in gioco enorme.

Con i suoi 1.900 chilometri di lunghezza ed una capacità di trasporto di 800.000 barili di petrolio al giorno, il maxi-oleodotto avrebbe collegato importanti giacimenti del Canada al Golfo del Messico, dove si concentrano le maggiori raffinerie e scali portuali degli Stati Uniti.

Sulla costruzione di questa nuova infrastruttura si è svolta una battaglia senza esclusione di colpi. Da una parte, quella a favore: il governo del Canada (almeno quello precedente), l’industria petrolifera degli Stati Uniti, e il partito repubblicano. Sul fronte contrario tutte le maggiori organizzazioni ambientalista, buona parte del partito democratico, e di recente Hillary Clinton. La decisione finale spettava all’Amministrazione Obama  –  per la precisione il suo Dipartimento di Stato con il segretario John Kerry  –  perché trattandosi di un’infrastruttura che collega gli Usa al Canada ricade sotto i poteri presidenziali (politica estera e trattati commerciali).

Obama con questo annuncio rafforza le credenziali della sua delegazione al summit di Parigi sul cambiamento climatico, che si apre a fine mese. Il presidente ha deciso infatti di privilegiare l’argomento ambientalista  –  il maxi-oleodotto facilitando il trasporto di petrolio sarebbe un incentivo di fatto a prolungare il consumo di energia fossile quindi il riscaldamento climatico  –  scartando invece il classico argomento dei petrolieri e della destra secondo cui il XL Keystone avrebbe dato un contributo significativo alla creazione di nuovi posti di lavoro.

Obama ha potuto usare un argomento-chiave nel suo discorso alla Casa Bianca: “La costruzione dell’oleodotto non avrebbe dato un contributo alla nostra indipendenza energetica”. In effetti gli Stati Uniti hanno già ridotto in modo drastico le importazioni, grazie ad una rivoluzione tecnologica tutta domestica, che con l’uso del fracking e delle trivellazioni orizzontali ha reso redditizio lo sfruttamento di nuovi giacimenti nel suo territorio.

Avendo già superato la Russia per la produzione di gas, e accingendosi a superare l’Arabia saudita per l’estrazione di petrolio, l’America non sente la pressione di un bisogno di nuovi approvvigionamenti. Uno dei primi a commentare l’annuncio di Obama è stato Bill McKibben, fondatore di 350. org che è una coalizione di movimenti ambientalisti: “E’ una grande vittoria, una decisione storica, un precedente importante che dovrebbe mandare un’onda di shock su tutta l’industria dei carburanti fossili”.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.