Come stanno i liberi professionisti?

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E’ trascorso quasi un mese da quando ho lanciato una piccola ricerca dedicata ai liberi professionisti.

In questo sondaggio ho voluto capire cosa pensano i professionisti a proposito della libera professione ed ecco cosa è emerso.

Ciò che piace di più della libera professione è l’autonomia.

Autonomia che si traduce nella libertà di gestire il proprio tempo, nel non avere padroni, nella libertà di prendere decisioni e nel fare ciò che più ci appassiona.

Il tempo e la libertà sono i due cardini su cui si poggia la filosofia del libero professionista.

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Alla domanda “Cosa ti piace di meno della libera professione?”, invece, il dato più interessante è quello relativo all’incertezza economica.

Quasi il 60% ha manifestato che è proprio la mancanza di una stabilità economica a rendere più difficile la libera professione.

Il restante 40%, invece, ha lamentato la difficoltà nella gestione del tempo, la concorrenza a volte sleale e i crediti insoluti.

Infine alla domanda “Se potessi tornare indietro”:

Il  70% ha confermato la propria scelta come libero professionista.
Il  10% ha risposto di voler fare sempre libero professionista, ma in un altro settore.
E infine il 20% sceglierebbe il posto fisso.

Le mie considerazioni

Essere un libero professionista, oggi, è molto più complicato rispetto a vent’anni fa.

I motivi sono davvero tanti.

Qui ne analizzo solo alcuni ovvero quelli che reputo più importanti.

Per alcune professioni, le barriere di ingresso sono molto più basse o addirittura assenti e questo comporta una diminuzione della qualità, una riduzione drastica delle tariffe e una valutazione più complessa, da parte del cliente, chiamato a dover scegliere tra un professionista esperto e un tuttofare .

In secondo luogo, l’intelligenza artificiale ha fatto passi da gigante e, se le previsioni non sbagliano, nel giro di pochi anni alcune professioni saranno sostituite da algoritmi o robot.

Infine, l’ultimo motivo per cui oggi è difficile fare il libero professionista riguarda la mentalità.

L’approccio alla libera professione, infatti, non può più essere quello degli anni’80/90.

In quegli anni, solo in pochi potevano esercitare la libera professione proprio perché le barriere di accesso erano molto alte.

Non tutti potevano studiare all’università, non tutti avevano redditi importanti da investire nella libera professione e di conseguenza il numero di professionisti era decisamente più basso rispetto alla domanda dei servizi.

Nel 2018 tutti possono avere la possibilità di laurearsi, accedere ai concorsi, agli albi e diventare giovani professionisti pronti ad entrare nel mondo del lavoro.

Peccato però che adesso l’offerta supera la domanda e di conseguenza, oggi ci sono più professionisti che clienti.

Qual è la soluzione?

Trent’anni fa, le informazioni disponibili erano davvero poche rispetto a oggi.

Se avevi un problema, dovevi rivolgerti al professionista o all’amico dell’amico del conoscente di turno.

In un certo senso dovevi fidarti di quello che ti dicevano.

Oggi le informazioni sono disponibili.

Chi ha un problema, lo cerca online e quasi sempre trova tantissime informazioni.

La difficoltà sta nel selezionare le corrette nozioni e le giuste fonti.

Perché ci sarà sempre qualcuno che ha avuto un problema e lo ha risolto e probabilmente ne sta già parlando nel suo blog o nei forum.

Che è un po’ quello che sto facendo io, ovvero condivido riflessioni e soluzioni a proposito dell’attività del libero professionista. (Fonte)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.