CRONACA: Per la Procura con lo smaltimento irregolare l’Eni risparmiava 100 milioni

L’inchiesta sulle estrazioni petrolifere. Indagato anche l’ammiraglio De Giorgi. Le domande dei pm alla Boschi

eniSiamo solo all’inizio. I due filoni d’inchiesta sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, avviati nel 2013, sono destinati a riservarci nuove sorprese. Dai quasi 100 milioni di euro risparmiati dall’Eni per le pratiche irregolari di reinterramento delle acque reflue all’ipotesi di disastro ambientale.

E intanto, mentre continuano a infuriare le polemiche sul piano politico da parte del M5S e della Lega, già la prossima settimana potrebbero essere interrogate la ministra per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi e l’ex titolare del dicastero dello Sviluppo economico Federica Guidi. I magistrati hanno chiesto alla Boschi di indicare una data utile. «Domani passa l’emendamento… è d’accordo anche Maria Elena» diceva al telefono la Guidi al fidanzato il 13 dicembre 2014. L’emendamento alla legge di stabilità avrebbe favorito le aziende del compagno del ministro Guidi.

È dunque probabile che alla ministra Boschi venga chiesto se fosse a conoscenza del fatto che la ministra Guidi era fidanzata con imprenditore petrolifero Gianluca Gemelli. E se sapesse della convenienza che questi avrebbe avuto dallo sbloccamento dell’operazione Tempa Rossa della Total. E ancora: perché il ministro Boschi era convinta della necessità dell’emendamento? Esso era stato particolarmente sollecitato dall’allora ministra Guidi?

Gli interessi in gioco sono molteplici. Nel risiko degli affari del Texas italiano – che si estendono fino al porto di Augusta in Sicilia – si impongono due aspetti giudiziari. Uno legato ai mancati controlli della Regione Basilicata sullo smaltimento dei rifiuti connessi alle estrazioni di greggio. L’altro all’attività corruttiva per appalti e subappalti. Quest’ultimo ha uno stralcio siciliano – per ora ancora in mano alla procura di Potenza – che ha per oggetto il supposto sodalizio tra l’imprenditore Gianluca Gemelli e il capo di Stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi, con il coinvolgimento di un altro indagato, Valter Pastena, dirigente della Ragioneria dello Stato da pochi mesi in pensione.

In un’intercettazione telefonica emerge un presunto coinvolgimento dell’ammiraglio per favorire Gemelli nelle sue molteplici attività al porto di Augusta. in provincia di Siracusa. I reati contestati all’ammiraglio sono associazione a delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio e traffico d’influenze. Giuseppe De Giorgi ha forse sponsorizzato le società di approvvigionamento carburanti o di smaltimento acque connesse al fidanzato dell’ex ministro? I pm di Potenza Francesco Basentini e Laura Triassi, la pm della Direzione distrettuale antimafia Elisabetta Pugliese stanno indagando, in collaborazione con la Squadra mobile del capoluogo lucano, per ricostruire i reali rapporti tra i due uomini.

Il porto di Augusta è un importante scalo commerciale, ma la sua natura principale è quella militare, per la presenza determinante della Marina. Si tratta inoltre del principale porto petrolifero italiano, con oltre 32 milioni di tonnellate di carburanti movimentati (il 60% del fabbisogno nazionale è soddisfatto dalla raffinazione effettuata nel polo petrolchimico adiacente). Ed è proprio ad Augusta, città natale di Gemelli, che Gianluca Gemelli ha creato due società. La Its, (Industrial Tecnical Service srl) risale al 2006 ed è specializzata in manutenzione di impianti chimici, petrolchimici, petroliferi e produzione di energia. La Ponterosso invece è una srl che si occupa di ingegneria e management nei settori dell’energia, petrolio e gas e bonifiche dell’acqua. L’intraprendente imprenditore nell’ottobre 2014 viene nominato membro del consiglio direttivo dell’Industria Acqua Siracusana Spa (Ias), che gestisce il depuratore consortile di Priolo in cui confluiscono gli scarichi industriali provenienti del polo petrolchimico. Lo Ias si occupa dello smaltimento di circa 14 milioni di metri cubi di reflui industriali e circa 6 milioni di reflui civili. De Giorgi nega ogni addebito: «La cosa mi sorprende e mi amareggia, e tutelerò la mia reputazione nelle sedi opportune».

I carabinieri del Noe, nel frattempo, continuano ad indagare su eventuali ipotesi di disastro ambientale e su omessi controlli da parte della Regione Basilicata. Finora non ci sono indagati tra gli esponenti politici della Regione: l’unico arrestato (a parte cinque funzionari Eni) è il dirigente regionale Salvatore Lambiase, che fino alla pensione (raggiunta due mesi fa) guidava l’ufficio compatibilità delle acque. Il dirigente è accusato di aver concesso autorizzazioni «anomale» che avrebbero consentito all’Eni di non smaltire in modo adeguato le acque derivate dai prelievi petroliferi. In questo modo l’Eni avrebbe risparmiato una cifra che oscilla tra i 44 e i 114 milioni di euro.

Saranno effettuate nuove analisi epidemiologiche sulle matrici ambientali. Nel centro oli la produzione è stata sospesa dalla compagnia petrolifera due giorni fa. La Procura di Potenza, infine, presenterà appello contro il rigetto da parte del gip del Tribunale del capoluogo lucano della richiesta di arresto per Gianluca Gemelli. Su di lui gravano le accuse di concorso in corruzione e millantato credito.

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