Elemosine agli studi professionali ma la ricetta Draghi dice altro

Dilaga la sfiducia nel mondo delle libere professioni in Italia. Gli studi professionali costituiscono una percentuale significativa dell’ossatura portante del paese, dal punto di vista culturale ma anche economico. Sono realtà che impiegano altri professionisti, fanno PIL e pagano le tasse … tante tasse ! Ma diversamente dalle altre parti produttive del paese, sono invisibili ai governanti nei momenti del bisogno, come se non meritassero gli aiuti che invece vengono elargiti alle aziende “normali”.

Siamo vittime del vecchio pregiudizio ideologico della politica italiana, rinverdito dall’attuale governo giallo-rosso, secondo il quale i Professionisti sono ricchi borghesi capaci di “cavarsela da soli” … se poi spariscono chissenefrega!

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Così gli “aiuti” promessi alla libera professione si riducono a una elemosina di 600 euro, da richiedere mese per mese, per i percettori di reddito sotto i 35.000 euro, cioè per i piccolissimi professionisti o per i giovani (che vanno certamente sostenuti !) ma anche per quelli che hanno “solo” 35.000 euro perchè forse il resto lo fanno in nero!…

Non viene applicato, invece, il consiglio autorevole di Draghi (si veda il suo articolo sul Financial Times), che indica come indispensabile l’aiuto alle realtà sane, soprattutto alle realtà sane temporaneamente debilitate!

Ma perchè si dovrebbero aiutare le realtà che “vanno bene” e che agli occhi dei politici sono “ricche” ? Perché in futuro all’Italia serviranno per tanti anni il loro lavoro, la loro ricchezza e le loro (tante) tasse! Se queste realtà economiche sono adesso in difficoltà, non per colpa loro ma per i divieti oggettivi che sono sotto gli occhi di tutti, vanno aiutate almeno quanto le altre, perchè sono i “cavalli sani”, morti i quali rimarranno solo gli zoppi o i deboli.

Invece, per ignoranza e per ideologia, si confonde l’aiuto all’economia con l’aiuto alla povertà, che sono due concetti molto diversi!

Certamente non bisogna dimenticare i poveri o i deboli, anzi bisogna aiutarli ancora di più, ma per rimettersi da una crisi come questa bisogna dare da mangiare anche ai cavalli sani, perchè riprendano a correre rapidamente. E’ l’iniezione di liquidità di cui parla Draghi, che non va confusa con un reddito di cittadinanza spalmato tra i meno abbienti.

Per esempio, perchè non dare agli organismi professionali aiuti in qualche modo proporzionali alle imposte che gli stessi hanno pagato negli anni precedenti? Aiuti veri, come stanno facendo in Germania, negli USA e in altri Paesi evoluti colpiti dalla crisi, adatti a realtà che devono poter continuare a competere nel mercato internazionale. Si possono trovare formule adatte allo scopo, capaci di raggiungere questo sacrosanto obiettivo, senza nulla togliere alle classi più deboli.

Sono assolutamente deluso dalla parzialità di visione dimostrata finora da chi ci governa e voglio augurarmi che siano emanati immediatamente altri provvedimenti, complementari al Decreto appena pubblicato e più lungimiranti sul piano del rilancio economico. (Fonte)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.