Emissioni auto: accuse a Fca negli Usa, crolla il titolo. Marchionne: nulla in comune con Vw

marchionneDETROIT – L’Environmental protection agency (Epa), l’agenzia americana per la protezione ambientale, accusa Fiat Chrysler di aver messo in vendita dal 2014 oltre 100mila veicoli con motori diesel dotati di un dispositivo che permette emissioni inquinanti superiori alle norme. La notizia, anticipata dall’agenzia Reuters, è stata confermata dall’ente americano in una nota. Fca – afferma l’Epa – «ha installato e non comunicato all’Epa un software di gestione delle emissioni nei modelli degli anni 2014, 2015 and 2016 di Jeep Grand Cherokee and Dodge Ram 1500 con motori 3 litri diesel venduti negli Usa».

Il numero di veicoli coinvolti è di 104mila. Secondo l’agenzia il software permette livelli aumentati di emissioni di NOx (ossidi di azoto). Alla notizia il titoloFiat Chrysler Automobiles è crollato in Borsa sia a Milano che a Wall Street, cedendo a Piazza Affari il 16% rispetto alla chiusura di mercoledì (a 8,78 euro) e recuperando poi nelle ore serali a New York. Ipotesi di sanzioni amministrative, ma non è un dieselgate Secondo l’Epa, «Fca potrebbe essere soggetta a sanzioni amministrative e decreti ingiuntivi» in relazione alle violazioni di cui è accusata. L’agenzia «sta verificando se i dispositivi di controllo delle emissioni non dichiarati costituiscano defeat device, che sono illegali».

La violazione di cui l’Epa accusa Fca è dunque – almeno per ora – di tipo amministrativo e non assimilabile quindi al cosiddetto “defeat device” impiegato sui motori diesel Volkswagen per aggirare i test sulle emissioni. Fca: «I nostri sistemi soddisfano i requisiti di legge» Fiat Chrysler in un comunicato diffuso oggi si dice «dispiaciuta che l’Epa abbia deciso di emettere un avviso di violazione in relazione alla tecnologia di controllo delle emissioni impiegata nei motori diesel 3 litri installati sui modelli degli anni 2014-2016 dal gruppo».

Fiat Chrysler «intende lavorare con la futura amministrazione per presentare i suoi argomenti e e risolvere la questione in modo giusto ed equo». Fca Us «ritiene che i sistemi di controllo delle emissioni soddisfino i requisiti di legge». Non c’è nulla in comune fra il caso Volkswagen e quello Fca, ha sottolineato l’amministratore delegato di Fca Sergio Marchionne. «Dialoghiamo con l’Epa da più di un anno». «Per quanto conosco questa società, posso dire che nessuno è così stupido», da cercare di montare un software illegale. E comunque, precisa, Fca è in grado di sopravvivere anche a una multa di 4,6 miliardi e gli obiettivi del piano al 2018 sono confermati. «Spero che non sia una conseguenza di una guerra politica fra l’amministrazione uscente e quella entrante» negli Usa, aggiunge poi il numero uno di Fca. In Europa normativa più tollerante

La chiave per capire la divergenza di interpretazioni sta in un altro passo del comunicato dell’Epa: «Nel settembre del 2015 (subito dopo lo scoppio del cosiddetto dieselgate, ndr) l’Epa ha istituito un programma di test per verificare la presenza di defeat device su auto e veicoli commerciali leggeri. I test hanno mostrato che i veicoli Fiat Chrysler in questione producono valori aumentati di NOx in condizioni che possono essere definite di normale utilizzo». Un’osservazione di questo tipo si può ritrovare nei commenti ai test approfonditi svolti in Europa dopo il dieselgate, per esempio dalla motorizzazione tedesca.

La presenza di valori di NOx elevati anche in condizioni di utilizzoassolutamente normali è stata riscontrata in automobili di numerosi costruttori, non solo di Fiat, ed è dovuta all’interpretazione estensiva delle norme europee che permettono di disattivare i dispositivi antinquinamento «per salvaguardare il motore». Questi superamenti dei limiti sono generalizzati e sono stati ampiamente tollerati in Europa dai Governi dei maggiori Paesi.

La normativa americana è spiegata in dettaglio dal sito del California Air Resources Board (Carb), che ha cooperato con l’Epa come già nel caso Vw: «Un dispositivo ausiliario di controllo delle emissioni può essere permesso in circostanze molto limitate, generalmente in condizioni di guida così estreme che potrebbero danneggiare il motpre: per esempio, quando un furgone a pieno carico affronta una salita ripidissima, o con caldo o freddo eccezionali. Il dispositivo – che deve essere notificato – non può comunque operare se le condizioni di guida sono normali».

Da Trump si attende meno severità L’Epa attualmente è guidato da Gina McCarthy, ma il vertice è destinato a cambiare tra pochi giorni: Donald Trump ha scelto come amministratore dell’Epa Scott Pruitt, avvocato dello Stato in Oklahoma, un feroce critico dell’Agenzia e un negazionista in tema di impatto dell’uomo sui cambiamenti climatici; una scelta in linea con una politica ambientale che si ritiene sarà meno severa.

Nel comunicato Fiat Chrysler, l’azienda si dice pronta a «lavorare con la futura amministrazione» americana. La multa massima che rischia Fca Secondo l’Agenzia per la protezione ambientale americana, Fiat Chrysler Automobiles rischia una multa potenziale di 4,63 miliardi di dollari. Lo ha detto un rappresentante dell’Environmental Protection Agency durante una call con i media. «La multa potrebbe essere pari fino a 44.539 dollari per veicolo», ha detto. Siccome la notifica di presunta violazione della legge Clean Air Act riguarda circa 104.000 veicoli, si ottiene una cifra massima di 4,63 miliardi di dollari circa. Proprio ieri Volkswagen ha patteggiato con il governo americano per lo scandalo del DIeselgate, ammettendo la sua responsabilità e accettando di pagare una sanzione di 4,3 miliardi di dollari. (Andrea Malan)

 

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.