Avvisi bonari chiamati alla cassa.
Terminata la sospensione estiva, da oggi 5 settembre, riparte il countdown per il pagamento degli avvisi bonari, noti anche come comunicazione di irregolarità, ovvero gli atti con i quali l’Agenzia delle entrate si interfaccia per la prima volta con il contribuente in caso di errori nei dichiarativi e/o carenti o omessi versamenti di imposte richiedendo una sanzione ridotta in caso di pagamento dovuto entro 30/60 giorni.
Gli avvisi bonari oltre alla sanzione ridotta essendo una «prima richiesta» godono appunto della cosiddetta «sospensione estiva per i pagamenti» che congela i termini dal 1° agosto al 4 settembre di ogni anno.
La disciplina
La sospensione è disciplinata dal comma 17 dell’articolo 7-quater del decreto legge 193 del 2016, secondo cui «sono sospesi dal 1º agosto al 4 settembre i termini di trenta giorni previsti dagli articoli 2, comma 2, e 3, comma 1, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 462, e dall’articolo 1, comma 412, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, per il pagamento delle somme dovute, rispettivamente, a seguito dei controlli automatici effettuati ai sensi degli articoli 36-bis del decreto del presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e 54-bis del decreto del presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e a seguito dei controlli formali effettuati ai sensi dell’articolo 36-ter del citato decreto del presidente della Repubblica n. 600 del 1973 e della liquidazione delle imposte sui redditi assoggettati a tassazione separata».
La norma richiama tre tipologie di atti soggetti a sospensione del pagamento: i controlli automatizzati di cui all’articolo 36-bis del dpr 600 del 1973 e all’articolo 54-bis del dpr 633 del 1972; i controlli formali dei dichiarativi di cui all’articolo 36-ter del dpr 600 del 1973; le comunicazioni emesse a seguito della liquidazione di imposte sui redditi soggette a tassazione separata.
I controlli automatizzati 36-bis e 54-bis
Le comunicazioni di irregolarità sono emesse dall’amministrazione finanziaria che procede, avvalendosi di procedure automatizzate, entro l’inizio del periodo di presentazione delle dichiarazioni relative all’anno successivo, alla liquidazione delle imposte, dei contributi e dei premi dovuti, nonché dei rimborsi spettanti in base alle dichiarazioni presentate dai contribuenti e dai sostituti d’imposta (quelle emesse ai sensi dell’art 36-bis del dpr 600/73) e alla liquidazione dell’imposta dovuta in base alla dichiarazione dell’imposta sul valore aggiunto ai sensi dell’art 54-bis del dpr 633/72.
I controlli formali 36-ter
I controlli di cui all’articolo 36-ter consistono nella verifica della corrispondenza dei dati relativi a deduzioni, detrazioni e ritenute indicati in dichiarazione con la documentazione conservata dal contribuente e i dati desunti dalle dichiarazioni presentate e dalle informazioni trasmesse da altri soggetti (sostituti d’imposta, enti previdenziali e assistenziali, banche, imprese assicuratrici). In questo caso l’Agenzia delle entrate come primo step richiede i documenti ai contribuenti e in caso di errori viene rettificata la dichiarazione ed emesso l’atto con richiesta di pagamento con sanzioni calmierate.
Redditi soggetti a tassazione separata
Non propriamente comunicazione di irregolarità, non essendoci di fatto alcuna anomalia ma trattandosi di una procedura ex lege, anche questi atti godono della sospensione. Si tratta appunto di comunicazioni emesse a seguito della liquidazione delle imposte sui redditi a tassazione separata ovvero «i ricalcoli» con i quali l’Agenzia delle entrate determina l’imposta dovuta su determinati redditi (per esempio, il trattamento di fine rapporto, le pensioni e gli stipendi arretrati ecc.) per i quali sono state già versate/trattenute delle somme a titolo d’acconto.
