Fukushima abbandona il nucleare e punta all’eolico off-shore

Suo malgrado, questa località giapponese è diventata sinonimo di nucleare. Ma ovviamente il Governo nipponico non ci sta e si impegna affinché si possano trovare soluzioni alternative a questa fonte di energia: ecco come Fukushima abbandona il nucleare e cerca di ricavarsi un futuro sostenibile.

Queste sono le premesse del Fukushima Wind Project, a soli venti chilometri di distanza da dove sorgono le centrali nucleari, divenute tristemente famose per il fall-out del 2011. Il governo giapponese, ascoltando le proteste dei cittadini, ha infatti deciso di sopperire in modo sostenibile all’energia persa dopo l’incidente nucleare.

La prime turbine eoliche a mare in realtà sono già state installate nel 2013, grazie ad una partnership plurima con la Mitsubishi, la Marubeni Company, l’Università di Tokyo, la Hitachi, la Nippon Steel ed altre aziende, tutte rigorosamente giapponesi. Le quali hanno tutte accettato, con il proverbiale orgoglio nazionalistico giapponese nonché entusiasmo, la sfida.

Sono stati stanziati 405 milioni di dollari per la seconda fase del progetto, che è stata completata poche settimane fa. Poi ne arriverà una terza, in modo che il totale di energia generata da un complesso di tre turbine sarà di 14 MW. L’obiettivo è quello di arrivare a 80 turbine nel 2020. L’energia sarà condotta sulla terra ferma mediante cavi in parte subacquei e in parte sotterranei.

Ciò che verrà fuori sarà il più grande parco eolico in mare del Mondo, che sostituirà completamente l’energia nucleare un tempo prodotta. Attualmente, ne esistono due, in Norvegia ed in Portogallo. E in Italia? Siamo di fronte alla solita storia fatta di opportunismi politici e finti allarmismi.

 Infatti, nonostante ci fossero stati anche dei prototipi di eolico in mare in Puglia o in Molise negli anni scorsi, come ricorda Legambiente, tutti i progetti sono fermi da anni, stante il diniego delle amministrazioni locali. Eppure ci si chiede perché le trivelle sì ma l’eolico a mare no.

Ammesso e non concesso che la turbina eolica a mare sia pericolosa per l’ambiente e le persone e rovini i paesaggi, sicuramente un pozzo di petrolio o la nave FPSO lo sono molto di più. La turbina non si incendia e non scoppia. Il pozzo sì. Qual è la logica dietro queste decisioni, ammesso che ce ne sia una?!

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.