Giornata dell’ambiente: lotta all’inquinamento. “Viola i diritti umani”

Indetta il 5 giugno dalle Nazioni Unite, viene celebrata in Cina, uno dei Paesi più inquinati del mondo. Il Wwf: “Un milione di specie viventi a rischio”

Uccide 7 milioni di persone ogni anno ed è concausa del riscaldamento globale. All‘inquinamento è dedicata quest’anno la giornata mondiale dell’ambiente, istituita dalle Nazioni Uniti, proprio per ricordare la crisi climatica che stiamo affrontando. Le dimensioni del fenomeno sono riassunte nelle parole usate dal commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic: “L’inquinamento di aria, acqua e terra a cui siamo esposti ogni giorno può tradursi in violazioni gravi e continuate dei nostri diritti umani tra cui quello alla vita e alla salute. Per proteggere i nostri diritti dobbiamo urgentemente occuparci con risolutezza dell’ambiente in cui viviamo”.

Il diritto a un ambiente sano è già riconosciuto nella Costituzione di 25 Paesi membri, – tra cui Francia, Spagna, Polonia, Russia e Turchia – ma la strada da percorrere è ancora lunga e per questo Mijatovic ritiene che il Consiglio d’Europa debba insistere “affinché gli Stati condannati dalla Corte di Strasburgo per violazioni legate alle questioni ambientali agiscano velocemente per rimediare ai danni fatti e per assicurare che non si ripetano situazioni simili in futuro”.

Quest’anno la Giornata dell’ambiente viene celebrata in Cina, il secondo Paese più inquinato del mondo, dopo l’India, dove sarà lanciato un nuovo allarme a governi, industria, collettività e individui e l’appello a passare ad energie rinnovabili e tecnologie green per migliorare la qualità dell’aria nel mondo. Il nuovo pressing della scienza sulla politica, sollecitata a mettere in campo interventi urgenti contro i cambiamenti climatici, soprattutto per tutelare la salute degli europei. L’appello arriva dagli scienziati di 27 accademie degli Stati Ue più Norvegia e Svizzera che, forti di numerosi studi indipendenti, confermano i rischi di un aumento di malattie e di morti premature a causa degli effetti del riscaldamento globale e dell’inquinamento dell’aria.

Il rapporto del Consiglio delle Accademie europee delle scienze (Easac) da un lato evidenzia una “gamma allarmante” di rischi per la salute e da un altro i benefici anche economici che si hanno dalla “rapida eliminazione dei combustibili fossili”, cioè dalla decarbonizzazione dell’economia

Circa 7 milioni di persone nel mondo muoiono prematuramente ogni anno per lo smog (4 milioni nell’area Asia Pacifico mentre in Europa sono 350mila su un totale di 500.000 riconducibili alle attività umane; in Italia sono 80.000). Secondo gli scienziati dell’Easac le soluzioni sono a portata di mano ma “occorre la volontà politica” che sinora ha trascurato “gli impatti del cambiamento climatico sulla salute”.

Con le emissioni di gas serra attuali, ricordano gli accademici, è previsto per la fine del secolo un aumento della temperatura media globale di oltre 3 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali. Questo espone la popolazione mondiale a cambiamenti climatici senza precedenti (temperature elevate, inondazioni e siccità, inquinamento) con aumento di malattie e di mortalità prematura. Si rischia anche l’indebolimento della sicurezza alimentare e nutrizionale, aumento dell’incidenza e modifica della distribuzione di alcune malattie infettive (tra cui quelle trasmesse da zanzare, alimentari e trasmesse dall’acqua); un rischio crescente di migrazione forzata. Quindi l’Europa ha responsabilità nell’affrontare i problemi anche al di fuori della propria area.

Fra i suggerimenti gli scienziati promuovono diete più sane e più sostenibili con un maggiore consumo di frutta, verdura e legumi e un ridotto consumo di carne rossa che ridurrà il peso delle malattie non trasmissibili e le emissioni di gas serra.

Un milione di specie viventi a rischio

“Abbiamo significativamente alterato il 75% delle terre emerse e il 66% tra mare e oceani. E stiamo mettendo a rischio, mantenendo l’attuale ritmo di impatto ambientale nei prossimi decenni, almeno un milione di specie viventi, molte delle quali ancora sconosciute alla scienza”, lo ricorda il Wwf per richiamare l’attenzione ancora una volta sull’importanza di un cambio di rotta.  L’associazione ambientalista fa riferimento ad un rapporto sullo stato mondiale della biodiversità (Global assessment report on biodiversity and ecosystem services) che riassumr un livello di impatto totalmente insostenibile, “tenuto conto che dagli attuali oltre 7,6 miliardi di abitanti il nostro mondo si troverà ad avere, come indicato dalla variante media delle Nazioni Unite, 9,7 miliardi di abitanti nel 2050”.

Coldiretti, scomparsi 3 frutti su 4

Il bilancio della Coldiretti interessa direttamente la nostra tavola. Scomparse dalla tavola in Italia tre
varietà di frutta su quattro nell’ultimo secolo, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento con il rischio di estinzione che si estende dalle piante coltivate agli animali allevati. A sostenerlo è Coldiretti in occasione della giornata mondiale dell’ambiente celebrata dalle Nazioni Unite il 5 giugno. “In Italia nel secolo scorso – spiega una nota dell’organizzazione agricola – si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta”. Coldiretti afferma inoltre che “l’omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale mettono a rischio anche gli antichi semi della tradizione italiana sapientemente custoditi per anni da generazioni di agricoltori”. “Un pericolo – incalza l’organizzazione agricola – per i produttori ed i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del made in Italy, ma anche un attacco alla sovranità alimentare e alla biodiversità”. “Proprio per questo che l’agricoltura italiana – conclude Coldiretti – ha invertito la rotta negli ultimi anni ed è diventato il Paese più green d’Europa ed è l’unico al mondo con 5155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 60 mila aziende agricole biologiche e ha scelto di vietare le coltivazioni Ogm a tutela della

“Agricoltura, un aiuto dal bio”

NaturaSì, la maggiore azienda del biologico italiano, ricorda che da agricoltura, silvicoltura e altri usi del suolo proviene circa il 24% di tutti i gas serra emessi al mondo. L’agricoltura bio può essere un argine al peggioramento del riscaldamento globale per la capacità dei terreni di sequestrare il carbonio. Secondo l’organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), i terreni gestiti con metodo biologico, che utilizzano in media il 45% di energia in meno e producono il 40% in meno di gas serra, possono assorbire almeno mezza tonnellata di carbonio per ettaro all’anno. Basterebbe convertire al bio il 20% dei campi europei per ridurre le emissioni di gas serra di 92 milioni di tonnellate di CO2, più delle emissioni dell’Austria (76 milioni di tonnellate all’anno) e poco meno di quelle della Grecia (101 milioni).

“Entro il 2050 circa 143 mln persone costrette a spostarsi”

Milioni di persone in fuga dalla fame e dalla siccità. Il quadro tracciato da Save the Children in relazione ai cambiamenti climatici e alle conseguenze nei Paesi in via di sviluppoa è drammatico. L’organizzazione non-profit, impegnata a salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, registra l’impatto devastante che il cambiamento climatico sta avendo e avrà sul lungo periodo nel Corno d’Africa e in tutta l’Africa orientale. Gli Stati di questa regione, – come Somalia, Etiopia, Kenya – prima abituati ad avere un anno di siccità ogni 10 anni, invece nell’ultima decade, hanno subito più di 3 anni di siccità e altrettante inondazioni, così da vedere enormemente peggiorati gli effetti dovuti già a  povertà, malnutrizione, scarsa igiene. “L’impatto dei cambiamenti climatici ha delle cause dirette sulla scarsità di cibo e acqua, ma ne può avere di devastanti a causa delle emergenze ambientali che ne scaturiscono, come le alluvioni come la recente che ha devastato intere zone del Mozambico. In tali situazioni, i bambini, sono ancora una volta i più vulnerabili, devono abbandonare le proprie case, viene loro spesso precluso l’accesso alla scuola, si ammalano perché costretti a vivere in ambienti insalubri, esposti al rischio di abusi e spesso separati dalle loro famiglie”, spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children.

De Petris, gravi posizioni apertamente negazioniste

“E’ gravissimo che nella giornata mondiale dell’Ambiente risuonino nell’aula del Senato discorsi quasi negazionisti, che si accodano alle posizioni più antiscientifiche pur di chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Siamo addirittura alle battute da bar, con senatori che, confondendo meteo e clima, sostengono che non c’è nessun riscaldamento globale dal momento che a maggio ha fatto freddo”.
Lo afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

“La realtà, – prosegue – confermata praticamente dall’intera comunità scientifica, è che la principale emergenza del pianeta, la minaccia più prossima e più distruttiva, è rappresentata dai cambiamenti climatici. Per affrontare una situazione già così compromessa non si può più perdere tempo, giocare con le parole, nascondersi dietro posizioni negazioniste e antiscientifiche.

Bisogna  agire, dichiarare lo stato d’emergenza, assumere decisioni conseguenti e farlo tempestivamente”. “La maggioranza – conclude la senatrice di LeU – ha invece deciso di approvare una mozione annacquata, parolaia, del tutto inadeguata, che rifiuta persino la richiesta minima di eliminare i sussidi per le energie fossili. E’ il contrario esatto di quello che sarebbe necessario e urgentissimo fare”.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.