Hacker buca 25 Tesla, la sicurezza informatica non è mai troppa

Le auto moderne sono ormai diventate un concentrato di tecnologia su 4 ruote, e questo concetto è ancora più valido se si parla di Tesla; senza alcun dubbio le tecnologie implementate rendono più semplice la gestione dell’auto sotto diversi aspetti, ma espone l’auto e i suoi occupanti a potenziali attacchi informatici da parte di hacker – come già avvenuto in passato per colpa di qualche malintenzionato. Per quanto un software possa essere progettato con attenzione, la possibilità di bucarlo e di prendere il controllo del sistema non può mai essere eliminata completamente. E’ quanto ha dimostrato per l’ennesima volta un hacker tedesco, David Colombo, che è riuscito a bucare il software di ben 25 auto Tesla sparse in giro per il mondo; fortunatamente per i 25 proprietari, il ragazzo non è un malintenzionato e ha colto l’occasione per contattare Tesla per presentare il problema e fare ulteriore sensibilizzazione su questo aspetto che in futuro non può far altro che peggiorare.

Secondo quanto dichiarato da Colombo tramite Twitter, la colpa non sarebbe nemmeno di Tesla ma di applicazioni di terze parti utilizzate dai singoli proprietari, come quelle che si utilizzano per tenere d’occhio i consumi e lo stato di salute delle batterie, o quelle che permettono di attivare alcune funzioni particolari da remoto. Utilizzando questo tipo di applicazioni, i proprietari di queste Tesla si sono esposti ad attacchi informatici, e per questo David sta cercando di contattarli per informarli della situazione.

Tesla causa batterie USA

Inizialmente Tesla sembrava non voler rispondere al ragazzo, ma in seguito ha ufficialmente confermato di essere al lavoro a un fix software per risolvere il problema.

In ogni caso, l’accesso alle Tesla ottenuto dall’hacker non gli avrebbe consentito di guidare le auto da remoto, ma gli avrebbe dato il pieno controllo di molte funzioni, come l’apertura e la chiusura delle portiere, dei finestrini, la possibilità di accendere il motore e usare il sistema di infotainment, disattivare la Sentry Mode, sapere se c’è qualcuno a bordo e l’esatta posizione dell’auto, con la possibilità di mettere in pericolo gli occupanti dell’auto semplicemente facendo partire una canzone a tutto volume durante la marcia. (Fonte)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.