I “vu’ cumprà” evadono impuniti e i negozi chiudono per multe… (Questa è l’Italia dell’ipocrisia renziana)

Quattro scontrini. Per finire nei guai basta poco: un poker di errori nell’arco di anni e anni di pezzi di carta battuti regolarmente. Guai grossi. Perché se il negoziante, magari in perfetta buonafede, infila una collana di quattro errori, ecco scattare il cappio… Chiusura del locale per qualche giorno, sigilli, divieto assoluto di entrare anche solo ad accendere un frigorifero.

Lo Stato, qui in Riviera fa sul serio. E punzecchia ferocemente i commercianti che vendono i loro prodotti ai milanesi con seconda casa incorporata. C’è qualcosa che stride, qualcosa che non quadra, forse un meccanismo autolesionistico, perché se il Budello, la strada dello struscio che attraversa tutto il borgo, ha la più alta concentrazione di mete per lo shopping dell’intera Liguria, le spiagge sono invece il cortile di casa dei vù cumprà. Ce ne sono a centinaia, arrivano da Genova, battono gli arenili come nemmeno i russi a Stalingrado. Ombrellone per ombrellone, assediano i turisti per tutto il giorno. E cosi l’economia della contraffazione e del nero vince su quella legale e raffinata dei bar, delle panetterie che sfornano le focaccine, delle pescherie ben frequentate, dei ristoranti alla moda. Non è un naufragio ma è una lotta impari.

Per carità, i vigili fanno la loro parte, sequestrano e organizzano blitz sulla sabbia, ma per uno che viene messo fuori gioco ce ne sono altri cento che sfuggono. «Noi quest’anno siamo partiti con un’azione robusta di prevenzione del fenomeno – spiega al Giornale il comandante della polizia municipale Francesco Parrella – ma gli organici sono quelli che sono: siamo diciassette più cinque stagionali, i nostri numeri sono in discesa e invece il contesto richiederebbe più forze in campo». Insomma, i vigili mostrano i muscoli, ma per stroncare questa industria che cammina sul falso e la slealtà ci vorrebbe ben altro. «Sappiamo – prosegue Parrella – che esiste una centrale, una sorta di magazzino generale che rifornisce gli abusivi della riviera di Ponente come di quella di Levante, ma certo non possono essere i vigili di Alassio a condurre l’inchiesta».

Sulla spiaggia si gioca a guardia e ladri, dietro, sul Budello e sull’Aurelia, si usa la mano pesante. «Noi ci siamo dimenticati di battere quattro scontrini in otto anni – racconta tutto d’un fiato Federico Tessitore della prestigiosa pescheria La boutique del mare – e la Guardia di Finanza è stata implacabile: ci ha imposto la chiusura per quattro-cinque giorni all’inizio di marzo». Pausa. Tessitore previene ogni possibile obiezione: «No, guardi, non siamo ladri o evasori. Quattro scontrini in otto anni cosa sono? Fra l’altro gli ultimi due incidenti ci sono capitati nel giro di una settimana. Il primo è successo a me: l’orario di chiusura era passato da un pezzo, mi sono completamente dimenticato di battere lo scontrino e il cliente è stato controllato all’uscita dalle Fiamme gialle. Poi è accaduto a mia mamma: c’era un caos incredibile, una signora ha pagato ed è corsa fuori, mia mamma ha lasciato perdere. Stiamo parlando rispettivamente di cinque e venti euro, o giù, di lì, scusi ma sono briciole sul nostro volume d’affari». Niente da fare: i finanzieri hanno calato la scure: chiusura e sigilli all’inizio di marzo 2015. «Abbiamo provato in tutti i modi – prosegue Tessitore – ad attenuare l’impatto della punizione. Abbiamo chiesto, quantomeno, di spostare la chiusura a febbraio, subito dopo i lavori di ristrutturazione della pescheria, ma non c’è stata alcuna possibilità di cambiare almeno le date. Io in otto anni non avevo mai chiuso, mai. Nemmeno un giorno di ferie e questa situazione ha provocato un danno importante. Noi serviamo i privati e i ristoranti e chi glielo va a spiegare al ristoratore che tu sei fuori uso per quattro scontrini? Ho passato giorni e giorni a chiedere scusa a destra e sinistra, ma qualche cliente l’ho perso».

Insomma, il far–west e il Grande fratello fiscale si fronteggiano a pochi metri di distanza. Risultato: chi rispetta le regole viene penalizzato.

E la lotta agli abusivi è ancora indietro: «Da anni mi batto perché i controlli siano effettuati da pattuglie miste – racconta Marco Melgrati, sindaco forzista dal 2001 al 2010 – lo Stato dovrebbe battere il pugno sul tavolo e schierare sul campo carabinieri, polizia, capitaneria, vigili. Tutti insieme. Ma questo obiettivo è ancora molto lontano». E le due Alassio continuano a convivere.

RIP: http://www.piovegovernoladro.info/

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.