Il lavoro di qualità diventi un diritto. Una legge che tuteli gli ultimi

Dal presidente del consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo riceviamo queste considerazioni sulla qualità del lavoro e sui diritti dei lavoratori. Un dibattito aperto ieri con l’editoriale domenicale de La Nazione.

Firenze, 10 maggio 2021 – Gentile direttrice il suo editoriale “Giovani e precari, senza diritti uccisi dal lavoro” coglie, a mio avviso, perfettamente l’essenza della questione che come istituzioni e politica dobbiamo non solo affrontare, ma anche tentare di risolvere definitivamente: la qualità del lavoro e nel lavoro. La nostra Costituzione stabilisce che è la nostra stessa Repubblica democratica ad essere fondata sul lavoro, che tutti i cittadini hanno diritto al lavoro e che quindi vanno promosse le condizioni che rendano effettivo questo diritto e che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

È evidente che oggi in grandi parti del lavoro l’Italia sta violando la sua stessa legge fondamentale. E non è più accettabile. Perché, come lei spiega bene nel suo editoriale, la mancanza di qualità e di diritti nel lavoro è anche causa di morte sul lavoro.
In Consiglio regionale ad esempio, grazie al lavoro della Commissione Sanità guidata dal collega Enrico Sostegni, stiamo arrivando alla definizione di una legge di cui mi sono fatto promotore, che garantisca la salute e la sicurezza di una categoria fin qui disconosciuta: i lavoratori delle piattaforme digitali. Quella dei riders o dei fattorini di Amazon è oggi una questione dirimente da cui, a mio parere, passa la nuova frontiera dei diritti di lavoro e sul lavoro. Perché oggi tanti, troppi di loro non sono nemmeno considerati lavoratori. Con tutte le difficoltà del caso. Se ad esempio parlo di sicurezza nei luoghi di lavoro, ho una idea precisa di cosa sia “luogo di lavoro” e penso ad esempio al capannone di una fabbrica. Ma per i riders il luogo non è circoscritto, perché è la nostra stessa città, le strade, le piazze, gli incroci.

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E il loro “capo” è un algoritmo che, ad esempio, quando c’è maltempo, ragiona così: più piove più ci sono ordini; più ordini ci sono, più le consegne sono da fare in meno tempo; più consegne quindi significano più velocità. Perché se non stai al ritmo vai in fondo alla classifica e domani l’algoritmo ti darà meno ordini da consegnare e quindi guadagnerai meno.
La nuova legge della Toscana renderà così concreto un diritto già riconosciuto dalla legge ma rimasto sulla carta. Le imprese infatti avranno obblighi precisi per garantirne salute e sicurezza: dalla valutazione dei rischi alle visite mediche preventive alla formazione, alla fornitura di adeguati strumenti di lavoro come mezzi di trasporto, caschi, giubbotti catarifrangenti e così via. E la Regione Toscana tramite i servizi di prevenzione, igiene e sicurezza delle proprie Asl predisporrà azioni di controllo specifico al fine di individuare comportamenti elusivi delle prescrizioni in materia di sicurezza o pratiche pericolose, per la loro correzione o eliminazione, segnalando all’autorità competente le eventuali violazioni.

Insomma si tratta di una serie di strumenti operativi che contribuiranno a rendere più sicuro il lavoro dei riders e degli altri addetti alle piattaforme digitali, con la speranza che la strada indicata dalla Toscana possa essere seguita anche dalle altre Regioni, così da avere una rete di protezione effettiva della salute estesa a tutta l’Italia.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.