Il TAIPES TIMES immediatamente dopo al terremoto a Taiwan ha pubblicato un articolo nel quale commenta le scarse performance sismiche degli edifici, attribuite a cause tipo latte dell’olio al posto delle barre di acciaio nel cemento armato,.
Altre testate riportano che i commenti derivano da interpretazioni di singole foto da parte di non esperti, ovvero a commenti su immagini che non sono dati reali, come le shake maps dell’USGS che sono modelli numerici di estrapolazione a partire da epicentro e magnitudo mentre possiamo rilevare dalla nosra pubblicazione che commenti concordi sono venuti da ingegneri civili.
Tuttavia, per dovere di cronaca riportiamo quanto pubblicato dal sito dell’EERI dal quale è possibile scaricare un rapporto preliminare dal quale si evince che:
1) le accelerazioni al suolo sono state tutt’altro che moderate, superando il 35%g (oltre 340 cm/s2, vedi figura più sotto);
2) solo 10 edifici hanno riportato crolli o gravi danni;
3) gli edifici intatti ma inclinati hanno subito cedimenti fondazionali a causa della liquefazione del terreno e sono tutti vicino ad un fiume;
4) la maggior parte dei crolli sono stati attribuiti a meccanismi di piano soffice in edifici costruiti prima delle norme antissimiche emesse dopo il terrempto di Chi-Chi;
5) le famigerate lattine erano un espediente per alleggerire un pannello non portante e non sono responsabili del crollo;
6) edifici scolastici che erano stati sottoposti a studi vulnerabilità preliminare ed esclusi dal retrofit si sono comportati come atteso, senza subire danni.
Considerata la complessita’ e l’im[portanza di quanto accaduto riteniamo che l’unica verita’ che dovremmo accettare sara’ quella che emergera’ dalle aule giudiziare ricordiamo il cedimento della Casa dello Studente di L;Aquila dove… i pareri erano diamettralmente opposti.. .probabilmente per nascondere le eventuali riesponsablita’.
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