La Cina fa piovere per pulire l’atmosfera

L’atmosfera sopra Pechino era tersa, in occasione di una importante parata militare: tutto merito dell’inseminazione delle nuvole, che ha fatto piovere.

Non è la prima volta che i cinesi modificano il tempo meteorologico in occasione di un evento di prestigio e l’averlo fatto nuovamente significa che sono ormai padroni della tecnica. L’hanno fatto poco prima di una parata nel corso delle celebrazioni del centenario della fondazione del Partito Comunista Cinese, lo scorso luglio: la notizia è apparsa solo di recente, sul South China Morning Post, che riporta anche dichiarazioni di scienziati dell’Università di Tsinghua. Lo scopo della “semina delle nuvole” (cloud seeding) per indurre la pioggia, ore prima della parata, era quello di abbattere gli inquinanti atmosferici, che erano in concentrazioni così elevate da rendere l’aria quasi irrespirabile e creare una coltre simile a una fitta nebbia. Il risultato è stato più che soddisfacente e, riporta il quotidiano, tutti hanno potuto godersi l’intera parata sotto uno splendido cielo azzurro.

La tecnica di inseminazione delle nuvole consiste nel rilasciare, sopra a nuvole già presenti, particelle di ioduro d’argento: i piccoli granuli di sale servono per agglomerare le piccolissime gocce d’acqua che formano le nuvole in gocce sufficientemente grosse e pesanti da precipitare al suolo, ossia da formare pioggia. L’inseminazione su Pechino è stata condotta con razzi sparati la sera precedente la parata, quando il cielo si era annuvolato: stando ai testimoni, il lancio dei razzi “sembrava un’azione di guerra”. La pioggia è arrivata due ore dopo l’inseminazione.

IN TANTI CI HANNO PROVATO. Un’altra produzione di pioggia indotta di cui si è avuta notizia si ebbe nel 2008, in occasione dei giochi olimpici di Pechino: in quel caso, però, si volle far piovere per evitare che piovesse proprio durante la fastosa cerimonia di inaugurazione dei Giochi. Quest’anno la sfida era differente: si voleva ripulire l’aria, e l’obiettivo è stato raggiunto. La Cina non è l’unico Paese che si è prodotto in simili prove: Israele, Russia, Tailandia, Stati Uniti ed Emirati Arabi lo hanno fatto per stimolare la pioggia durante periodi di siccità, non appena in cielo si formano nubi con una densità tale da permettere l’inseminazione. L’Italia è stata tra i primi Paesi, negli Anni Sessanta, a voler sfruttare tale tecnica per far piovere in periodi di siccità sulla Pianura Padana, ma i risultati sono sempre stati altalenanti, al punto che la sperimentazione è stata interrotta. Le problematiche, infatti, sono notevoli e non sono ancora ben chiare le condizioni ideali per inseminare una nuvola, condizioni che sembrano essere diverse in base anche alla morfologia del territorio sottostante.

NESSUN PROBLEMA AMBIENTALE. Ovviamente ci si chiede se ci sono ricadute negative per l’ambiente. A detta della maggior parte dei ricercatori non ve ne sono, perché si tratta di eventi molto localizzati e sporadici, e non influenzano le zone vicine. I sali che vengono immessi nelle nubi, poi, sono così poco densi che si disperdono senza praticamente ritornare al suolo. C’è solo un fatto da sottolineare: qual è realmente l’effetto dei sali sulla produzione della pioggia. C’è chi sostiene infatti, che non è poi così certo che la pioggia non si sarebbe sviluppata anche senza l’inseminazione – tant’è che non sempre la semina di questi sali porta alle piogge desiderate. (Fonte)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.