La Procura di Milano indaga sulla sicurezza dei rider

Trovati anche clandestini. L’obiettivo è verificare le violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro, l’aspetto della sicurezza pubblica sulle strade e i profili igienico-sanitari riguardanti i contenitori che utilizzano

La Procura di Milano ha aperto un’indagine conoscitiva sul fenomeno dei rider, i ciclofattorini che consegnano cibo a domicilio, in particolare per verificare violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro, a loro tutela, l’aspetto della sicurezza pubblica sulle strade e i profili igienico-sanitari riguardanti i contenitori che utilizzano. L’indagine, che sta anche monitorando gli incidenti stradali, è coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti e condotta dalla squadra specializzata di Polizia giudiziaria e dalla Polizia locale.

A partire già dallo scorso giugno, infatti, gli inquirenti milanesi, con la squadra specializzata del dipartimento ‘ambiente, sicurezza, salute, lavoro’, hanno iniziato a raccogliere elementi e testimonianze a verbale nel fascicolo, al momento senza ipotesi di reato, ma che ipotizza presunte violazioni del decreto legislativo in materia di sicurezza sul lavoro (reato che a breve sarà iscritto) da parte delle società per le quali i rider lavorano. Un’indagine, in primo luogo, a tutela dei rider stessi, ai quali non viene dato alcunché in dotazione, e dunque girano per le strade senza caschi, spesso con bici e freni non adatti, senza luci la sera, senza catarifrangenti e senza scarpe adeguate. Malgrado, infatti, i ciclofattorini non siano inquadrati come lavoratori subordinati, il decreto, come è stato spiegato, tutela qualsiasi lavoratore inserito in organizzazioni con datori di lavoro.

In più, la Procura ha deciso di monitorare gli incidenti stradali che coinvolgono rider, anche a tutela della collettività, perché spesso viaggiano contromano, senza luci o comunque senza rispettare le norme sulla circolazione stradale.
In ipotesi, gli inquirenti potrebbero arrivare anche a contestare reati, per questo genere di incidenti, a carico dei datori di lavoro. Andrà valutata, insomma, la presunta responsabilità di coloro che mandano a lavorare in strada i ciclofattorini in condizioni non idonee.

Inoltre, l’inchiesta vuole approfondire anche gli aspetti igienico-sanitari dei contenitori utilizzati per il trasporto del cibo, nei quali, ad esempio, vengono portati senza distinzione e in successione cibi freddi e caldi. Fino a questo momento, stando a quanto chiarito in Procura, sul fenomeno dei rider erano stati presi in considerazione solo i profili giuslavoristici, ossia le forme contrattuali con cui vengono assunti e i salari con cause aperte davanti ai Tribunali del lavoro.

L’indagine intende poi far luce anche sull’aspetto di sfruttamento dei lavoratori e tra i lavoratori, come il caporalato, e sulla presenza di clandestini. Infatti, ad agosto, dai controlli di 30 rider sono stati trovati 3 lavoratori clandestini, senza documenti in regola.

 Al vaglio degli inquirenti, c’è anche l’ipotesi del cosiddetto caporalato telematico, cioè la cessione degli strumenti di lavoro, in particolare gli smartphone con le app per le consegne, a immigrati clandestini. Tra i trenta fermati dalla Polizia locale ci sono pochissimi italiani. Saranno tutti convocati dai pm nelle prossime settimane per essere sottoposti a colloqui più approfonditi, attraverso domande uguali per tutti, come il tipo di rapporto di lavoro che hanno contratto, il salario e le indicazioni che ricevono, anche quelle di carattere igienico – sanitario,per valutare se il cibo venga conservato in condizioni adeguate prima di essere consegnato.


Al centro dell’inchiesta, c’è però soprattutto il rispetto delle norme di sicurezza: l’utilizzo di luci, scarpe e freni adeguati e la valutazione dell’idoneità fisica, a essere utilizzati per un impiego stremante, che prevede ore di percorsi in bicicletta. Da valutare, per esempio, se vengano sottoposti a visite oculistiche.

La Procura sta anche cercando di ‘mappare’ tutti gli incidenti stradali che hanno coinvolto i ciclisti che portano il cibo. Impresa non facile perchè la Polizia Locale non distingue tra incidenti che riguardano ‘comuni’ ciclisti e fattorini sulle due ruote. Le società per cui lavorano, è stato spiegato, sono “tre e quattro”, tra le quali Foodora. La polizia giudiziaria e i vigili locali acquisiranno anche i contratti di lavoro, sempre e solo nell’ottica di possibili reati, perchè l’aspetto del lavoro subordinato o di collaborazione è pertinente all’aspetto giuslavoristico.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.