Essere amici in àmbito professionale può migliorare la produttività, ma anche comportare non pochi problemi
Mischiare rapporti professionali e affettivi può creare qualche disequilibrio, non solo per sé, ma anche per l’azienda. Di recente, in un lungo articolo apparso sul New York Times, il tema è stato sviscerato, perché – a quanto pare – è al centro di non pochi studi.
Sul Personality and Social Psychology Bulletin è stata riportata un’analisi secondo cui le squadre di lavoro composte da amici tendono a comportarsi meglio di quelle composte da estranei.
È anche per questo che sono sempre più di moda incontri di team building, per far sì che i colleghi si conoscano, in modo che si possano fidare l’uno dell’altro, così che che imparino a fare gruppo.
Tuttavia, non è così semplice come appare: e se proprio il vostro amico è quello che ultimamente ostacola il lavoro dell’ufficio? E se proprio il vostro amico ha fatto un pasticcio di cui state pagando voi le conseguenze? Come ci si dovrebbe comportare? Cosa sarebbe meglio fare per non offenderlo? Patricia Sias, una ricercatrice dell’Università dell’Arizona, ha raccontato di come due cari amici abbiano rotto il proprio legame proprio per non aver saputo gestire i due piani, quello amicale e quello lavorativo: per l’uno doveva prevalere il primo, per l’altro il secondo.
Sicuramente questi rapporti «multiplex», come vengono definiti in psicologia, rapporti cioè che si muovono su più livelli, richiedono attenzioni e giochi d’equilibrio, ma un altro studio della professoressa Jessica Methot, professore associato di gestione delle risorse umane alla Rutgers University, lo conferma: «Queste relazioni possono essere preziose: i dipendenti che hanno più relazioni multiplex hanno ricevuto anche migliori valutazioni dai loro supervisori».
A detta della professoressa Methot si tratta però comunque di amicizie differenti rispetto a quelle che non hanno implicazioni lavorative: non ci si può dimenticare che, comunque, oltreché amici si è anche colleghi e così, magari, durante un happy hour è forse meglio smettere di condividere quei segreti che non vorremmo che il nostro capo scoprisse. A volte serve proteggersi un po’. «E così», conclude Jessica Methot, «se pure l’amicizia può complicare un po’ le cose, è vero, d’altra parte, che alla base di un rapporto con un collega-amico c’è sempre un rapporto di fiducia, ed è già una cosa importantissima, da non sottovalutare». Insomma, gira che ti rigira, riassumendo si può comunque dire che l’amicizia rende comunque il lavoro migliore.