Ora tutti possono fare il test sierologico per scoprire se si è colpiti dal virus

Già ora a Torino è possibile fare il test sierologico per capire se si ha contratto il coronavirus. L’esame si può fare solo privatamente a un costo che, a seconda del laboratorio, va dai 40 ai 55 euro. Alcuni centri richiedono la prenotazione, altri prendono i pazienti anche in accettazione diretta, come per un qualsiasi esame del sangue. Si saprà così se si ha contratto il virus, cioè se il paziente ha sviluppato gli anticorpi per contrastarlo. In caso di risultato positivo – non vuol dire necessariamente che la persona presenti dei sintomi – nessuno verrà “schedato”: è un esame privato a fini privati. Il laboratorio non ha alcun obbligo di segnalazione.

Tra i centri già operativi ci sono il Lamat di via Capelli 81 e il Larc di via Monbarcaro, dove non c’è bisogno di prenotare. “Basta presentarsi – spiegano al centralino – dal venerdì al sabato, dalle 7.30 alle 10. Si va in accettazione diretta e il costo è di 55 euro” . Al telefono, il centro Cdc dice che è in attesa di alcuni dettagli burocratici: appena possibile eseguire l’esame, comparirà un avviso sul sito. E i costi sono ancora da definire. L’esame viene già effettuato per le aziende e in quel caso si paga 40 euro a soggetto, 90 per il tampone. Anche il Centro Regionale Antidoping partirà nel giro di una settimana con i sierologici per i privati. Al Cidimu di via Legnano la data fissata per il via è il 18 maggio. “Bisognerà prenotare prima – spiegano dal centro informazioni – e il costo sarà di 50 euro”. Per tutti i risultati arriveranno nel giro di pochi giorni. Con un semplice esame del sangue sarà quanto meno possibile capire se si ha contratto o meno il virus.
” I test che in questo momento vengono effettuati sui pazienti – spiega Umberto Dianzani, direttore del Dipartimento interaziendale medicina dei laboratori e coordinatore dei laboratori regionali Covid – dicono se il soggetto ha acquisito una risposta immunitaria stabile nei confronti del virus ” . Il test indica la quantità di anticorpi presenti in un soggetto, ma manca ancora a livello mondiale una tabella di lettura di questi dati, cioè una interpretazione che possa dire in modo univoco se esiste l’immunità e quando. “C’è la tendenza a essere cauti. Ma è difficile pensare che le regole del sistema immunitario non valgano anche in questo caso”, aggiunge Dianzani. Per scrupolo, chi è risultato positivo al test sierologico, potrebbe decidere di eseguire anche il tampone. ” Ma anche in quel campo – conclude il professore – c’è una buona percentuale di falsi negativi” . (Fonte)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.