Pronto il via libera a Novavax. Bio e senza effetti collaterali crolla l’ultima scusa No Vax

Crolla anche l’ultimo alibi dei No Vax. Sul mercato stanno per arrivare i vaccini proteici: sono bio, hanno costi più contenuti e sono basati su una tecnologia in grado di ridurre ulteriormente gli effetti collaterali.

Crolla anche l’ultimo alibi dei No Vax. Sul mercato stanno per arrivare i vaccini proteici: sono bio, hanno costi più contenuti e sono basati su una tecnologia in grado di ridurre ulteriormente gli effetti collaterali. Una mossa che smonta tutte le teorie «sulle multinazionali che si arricchiscono sulla nostra pelle», sui pericoli per la salute, sui metodi di sperimentazione. Insomma, gli unici No Vax che resteranno irremovibili saranno quelli abbarbicati dietro le loro ideologie traballanti che danno più importanza all’«andare contro» il sistema che alla salute propria e delle persone che hanno vicino.

Il primo vaccino di nuova generazione a sbarcare sul mercato potrebbe essere quello di Novavax. Dopo mesi di controlli, errori e ritardi sulla sperimentazione dei vaccini proteici, l’azienda biotecnologica di Gaithersburg, nel Maryland, ha finalmente presentato a Ema la richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio del suo prodotto. L’iter per il via libera sarà molto veloce e potrebbe arrivare nel giro di poche settimane «se i dati presentati sono sufficientemente solidi e completi per dimostrare l’efficacia, la sicurezza e la qualità del vaccino». «Un lasso di tempo così breve – puntualizza l’Ema – è possibile solo perché è già stata esaminata una parte sostanziale dei dati sul vaccino durante la revisione continua».

Nella domanda che Novavax ha presentato alla Fda statunitense, è riportato che il siero bio ha un’efficacia pari al 90%, testata tuttavia prima dell’arrivo della variante Delta. In base a quanto riportato da un articolo pubblicato su Nature e tradotto da Le Scienze, i produttori di vaccini proteici arrivano così in ritardo perché nei mesi scorsi hanno fatto alcuni errori evitabili. Quando i giganti della farmaceutica Sanofi e GSK si sono uniti in un progetto di vaccino proteico, per esempio, gli osservatori si aspettavano che lo sviluppo clinico procedesse con grande rapidità. Ma le aziende inizialmente si sono affidate a reagenti difettosi che hanno comportato un errore di dosaggio. I primi partecipanti alla sperimentazione hanno ricevuto dosi che erano circa un quinto della dose prevista.

Ma cosa vuol dire vaccino proteico? A differenza delle tecnologie a mRNA e vettore virale, su cui si basano i vaccini in uso, i vaccini proteici sono stati usati per decenni per proteggere le persone da epatite, herpes zoster e altre infezioni virali. Per suscitare una risposta immunitaria protettiva, queste iniezioni forniscono alle cellule proteine e coadiuvanti che stimolano l’immunità, invece che un frammento di codice genetico che le cellule devono leggere per sintetizzare le proteine stesse. «Anche se nella lotta contro il Covid i vaccini proteici non sono ancora diffusi – riporta Nature – finora i dati degli ultimi stadi di sperimentazione clinica sembrano promettenti, dimostrando una forte protezione con meno effetti collaterali rispetto ad altri vaccini anti Covid. Anche due produttori asiatici di vaccini Clover Biopharmaceuticals, con sede a Chengdu in Cina, e Biological E a Hyderabad, in India sono vicini a chiedere l’autorizzazione a varie autorità nazionali. Nascerebbe così una seconda generazione di vaccini che, tra le altre cose, sarebbe anche utilizzabile con più facilità nei Paesi poveri. I dubbiosi del vaccino, quelli che finora non si sono presentati all’hub per paura dei rischi e per incertezza sul proprio stato di salute, potranno avere una nuova chance di proteggersi.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.