Quarantena da Covid, l’Inps: «Niente risorse per il 2021». Cosa cambia e i rischi per i lavoratori

Per il 2021 niente indennità di malattia in caso di quarantena per i dipendenti entrati in contatto con un positivo. A ricordarlo è l’Inps in una nota del 6 agosto in cui si spiega che «poiché per il 2021 il legislatore non ha stanziato nuove risorse» l’indennità non potrà essere erogata per i contatti avvenuti quest’anno. Si crea quindi un vuoto di tutela per alcune categorie specifiche di lavoratori. Ma che cos’è l’indennità e cosa cambia per i lavoratori con la cancellazione per il 2021?

L’indennità

Introdotta dal decreto legge del 17 marzo 2020, si tratta di una tutela che prevede l’equiparazione alla malattia dei periodi di assenza dal lavoro dovuti a quarantena per contatto con un positivo. La tutela (qui le Faq) riguarda tutte le quarantene: con sorveglianza attiva, con permanenza domiciliare e precauzionale. Ne hanno diritto tutti i lavoratori dipendenti del settore privato ma non è prevista per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata dell’Inps. Come spiegato dall’Inps: «Viene corrisposto un trattamento economico equiparato a quanto previsto in caso di malattia comune sulla base della normativa di riferimento».

L’indennità non si applica invece a chi risulta assente da lavoro per malattia da Covid-19 (in quel caso si parla di malattia ordinaria a tutti gli effetti) o a chi, pur in quarantena, continui a lavorare in smart working. La tutela non è dovuta «nei casi in cui il lavoratore in quarantena continui a svolgere, sulla base degli accordi con il proprio datore di lavoro, l’attività presso il proprio domicilio, mediante forme di lavoro alternative alla presenza in ufficio». In questo caso non venendo meno la sospensione dell’attività lavorativa viene erogata la normale retribuzione.

I rischi per i lavoratori

Chi rischia quindi? I problemi si pongono per quei lavoratori che una volta in quarantena non possono in alcun modo svolgere attività da remoto. Si pensi ad operai, magazzinieri, commessi, cassieri. Il rischio nel peggiore dei casi è di essere costretti a restare a casa senza retribuzione. «In realtà è un’ipotesi remota — spiega Antonello Orlando, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro — anche perché l’azienda rischierebbe un contenzioso. Stesso discorso se dovesse mettere il dipendente in ferie forzate. È più probabile che l’impresa si faccia carico della malattia del lavoratore o utilizzi permessi retribuiti o non retribuiti». Difficile, poi, secondo l’esperto che la misura non venga rifinanziata. «Con la variante Delta la probabilità di quarantene per i dipendenti resta alta per cui, vista la lontananza rispetto a una situazione di normalità, è prevedibile che il governo si orienti verso un nuovo decreto a tutela dei lavoratori», conclude Orlando.

I fondi a esaurimento

C’è poi un’altra questione. L’Inps precisa che procederà a riconoscere le tutele riferite al 2020 «nei limiti di spesa». Quindi ad esaurimento dei 663,1 milioni di euro stanziati per l’indennità. Vista la mancanza di «budget» per il 2021 tutte le richieste di indennità presentate saranno considerate indebite. L’Inps potrà quindi richiedere il rimborso alle aziende per le eventuali indennità di malattia registrate nel 2021 tramite UniEmens, la denuncia obbligatoria che il datore di lavoro deve inviare tutti i mesi all’Inps.

Il caso dei lavoratori fragili

Un discorso a parte va poi fatto per i lavoratori «fragili», la cui assenza dal lavoro è equiparata a ricovero ospedaliero da decreto. L’Inps nella nota fa sapere che erogherà la prestazione per tutto il 2020 e solo per gli eventi verificatisi fino al 30 giugno 2021, anche se il decreto legge del 23 luglio ha differito al 31 ottobre 2021 il diritto per i lavoratori fragili di svolgere l’attività lavorativa in smart working. (Fonte)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.