RIFIUTI E MAFIA: il caso Tirreno Ambiente travolge la diocesi di Messina

Si dimette l’Arcivescovo La Piana, ufficialmente per motivi di salute. Scoperchiato un intreccio tra banche, diocesi e società di gestione dei rifiuti

 “Movimenti tellurici” sconvolgono la diocesi di Messina. Dopo l’articolo de Linkiesta di lunedì 21 settembre, dove si dava conto dell’imbarazzo in Vaticano che aveva creato l’arresto di Salvatore Bucolo, sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, sono iniziate a cadere le prime teste: a dimettersi è stato il numero uno della diocesi, monsignor Calogero La Piana, che sarà sostituito, come amministratore apostolico, dal vescovo di Acireale Antonino Raspanti noto per la sua lotta contro la mafia.

Con le dimissioni di La Piana, ufficialmente per problemi di salute, vengono a crollare diversi incarichi, tra cui anche quello di don Giuseppe Brancato, a capo della Caritas messinese. Non è un caso che proprio La Piana avesse chiesto nei giorni scorsi le dimissioni di Brancato per il suo coinvolgimento (anche se non è indagato) nelloscandalo di Tirreno Ambiente. Papa Francesco Bergoglio ha accettato la sua «rinuncia».

Tutto ruota intorno all’operazione “Riciclo” della Guardia di Finanza di Messina con la procura di Barcellona Pozzo Di Gotto, che ha smantellato l’8 settembre scorso «la cupola» che gestiva la discarica della piccola cittadina in provincia di Messina. Nell’occhio del ciclone c’è la gestione della società Tirreno Ambiente, azienda al centro di diverse inchieste, dalla Sicilia fino in Piemonte, dove compaiono purefiloni giudiziari sul coinvolgimento di mafia e ’ndrangheta. Le accuse sono numerose, dal peculato alla corruzione fino all’abuso d’ufficio.

Al centro il sequestro di una discarica illegale che in questi anni potrebbe aver messo a rischio la salute dei cittadini. Nello specifico l’azienda – che è partecipata anche della municipalizzata lombarda A2a e della Gesenu di Perugia – sarebbe stata, secondo gli inquirenti, un bancomat per gli indagati, che invece di restituire i soldi alla cittadinanza per la tassa di mitigazione ambientale avrebbero sponsorizzato diverse iniziative, tra cui quelle della diocesi, versando soldi persino a cardinali e portando alberi in dono in Vaticano.

Bucolo, ex seminarista, già all’Università Pontificia, poteva contare su diverse amicizie altolocate oltre Tevere, tra cui quella di Padre Georg Genswein, primo collaboratore di Papa Benedetto XVI, di monsignor Giuseppe Sciacca, gestore della casse del Vaticano ai tempi della segreteria di Tarcisio Bertone, quella del Nunzio Apostolico in Guinea Santo Rocco Gangemi e di Giovanni Coppa, cardinale che per la festa patronale di Mazzarrà del 2012 ricevette 23mila euro di rimborsi, solo per due notti in albergo. E non è un caso, si fa notare a Messina, che Coppa sia originario di Alba. E che insieme con l’Arcivescovo La Piana si sia dimesso appunto anche l’Arcivescovo di Alba, monsignor Giacomo Lanzetti. Le indagini della Guardia di Finanza di Messina continuano. E promettono di scoperchiare molto altro nelle prossime settimane.

Tirreno Ambiente è una realtà di non poco conto nel messinese. Caso vuole che il presidente attuale dell’azienda, Antonia De Domenico – nominata il 31 ottobre del 2014 dallo stesso comune di Mazzarrà e già ascolta in commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti il 22 giugno di quest’anno – sia la sorella di Francesco De Domenico, presidente della Banca Antonello Da Messina, un credito cooperativo dove tra i soci c’è pure, dal 2002, proprio la diocesi. I “movimenti tellurici”, in sostanza, sono destinati a continuare.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.