SCIENZA: Le invenzioni “italiane” attribuite ad altri

Chi ha davvero inventato il revolver? O la macchina per scrivere? Ecco le invenzioni made in Italy di cui spesso si ignora la paternità.

Il motore a scoppio, la lampadina a incandescenza, la penicillina… Sono intuizioni “made in Italy”, ma pochi lo sanno. L’Italia è un Paese di creativi e visionari, ma gli uomini che sono dietro ai primati della scienza e della tecnologia sono a lungo rimasti sconosciuti. Eppure le loro intuizioni ci hanno cambiato la vita.

revolver.900x600Il revolver, la cui paternità viene attribuita allo statunitense Samuel Colt, in realtà è una invenzione italiana. Già tre anni prima, ovvero nel 1833, fu il sardo Francesco Antonio Broccu (1797 – 1882), a realizzare la prima pistola a tamburo. Ma non la brevettò.

telefonomeucci.900x600Antonio Meucci (1808 – 1889) ha lottato per tutta la vita con lo scozzese Alexander Graham Bell (1847 – 1922) per essere riconosciuto l’inventore del telefono. Ma la guerra dei brevetti si è conclusa solo nel 2002, quando il Congresso degli Stati Uniti ha finalmente proclamato l’italiano “inventore del telefono”.

dinamo.900x600Il disegno della dinamo del pisano Antonio Pacinotti (1841 – 1912).  A soli 18 anni progettò la sua “macchinetta” che permetteva di trasformare il lavoro meccanico in corrente, ma trascurò di brevettarla e pubblicò l’articolo che la descriveva solo nel 1865. Risultato? La prima dinamo prodotta su scala industriale fu realizzata dal francese Zénobe Gramme.

macchinascrivere.900x600Dobbiamo la macchina per scrivere all’avvocato Giuseppe Ravizza (1811 – 1855), che fu tra i primi a ideare una tastiera per scrivere. La chiamò “Cembalo Scrivano” per la somiglianza dei tasti a quelli del clavicembalo ed era costituito da più di 800 componenti fatti a mano in legno, ferro ed ottone.

pantelegrafo.900x600L’antenato del fax è stato il pantelegrafo. lo realizzò don Giovanni Caselli (1815 – 1891), abate e scienziato senese che nel 1856 trasmise il suo primo documento via cavo. Fece il giro del mondo per promuovere la sua invenzione, ma gli servì a ben poco.

pianoforte_cristofori.900x600Al padovano Bartolomeo Cristofori (1655 – 1732) il mondo della musica deve il pianoforte. Era il “gravicembalo (o apricembalo) che fa il piano e il forte”. Nella foto, un fortepiano realizzato da Cristofori che appartenne al compositore Benedetto Marcello (oggi conservato nel Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma).

(FOCUS)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.