SI SOLLEVA L’ARCO DI RICHARD MEIER: AD ALESSANDRIA IL PRIMO PONTE AL MONDO DELL’ARCHISTAR AMERICANA

Un’opera all’avanguardia: la struttura “piegata” da un lato di quasi dieci metri controbilancia il peso della passerella pedonale, che sarà distaccata dalla carreggiata

 Come tutti i ponti anche il «nuovo Meier» – il primo al mondo progettato dall’archistar americana Richard Meier – ha i suoi detrattori, ma l’impatto visivo di quest’opera per la città di Alessandria è innegabile: l ’arco bianco (che in settimana sarà terminato: manca solo il concio di chiave, quarto «pezzo») si vede da tutta la città e si nota sempre se si sale «in quota», cioè ai piani più alti dei palazzi. Alti per modo di dire: già da un quarto piano in centro la parentesi nel cielo si può fotografare insieme ai tetti delle case che la circondano. Si scorge fin dall’autostrada A21, arrivando da Asti e Torino. Per questo il nuovo ponte sul Tanaro, che sostituisce il precedente in mattoni, si candida a diventare nuovo simbolo della città, con buona pace degli amanti delle opere in muratura.

Muri e sostegni «mascherati»

Qui, il cemento, quasi non si nota. La scelta stilistica del progettista Richard Meier di utilizzare sempre il colore bianco aiuta a mascherare muri e sostegni. E ad attirare l’attenzione è proprio l’arco, alto trenta metri dalla strada (e quasi 80 dal fiume Tanaro), lungo più di duecento. Protagonista assoluto sia dello spettacolo architettonico che della struttura, perché la sosterrà interamente; per questo è «piegato» da un lato, di quasi dieci metri. In pratica controbilancia il peso della passerella pedonale, che sarà distaccata dalla carreggiata per le auto per essere più sicura e per dare movimento al disegno. Sarà candido: dopo la posa dell’ultima sezione (probabilmente avverrà tra oggi e domani) sarà stuccato e verniciato. «Due mani» precisano gli architetti dello studio Dante O. Benini & Partners di Milano, «occhi» di Meier in Italia.

 Come Renzo Piano e Calatrava

Basta qualche ora tra operai, ingegneri e, appunto, architetti che lavorano al ponte per riuscire a comprendere la grande differenza tra questo e molti altri presenti in Italia: «Non è solo funzionalità, è prima di tutto estetica» spiegano le stesse persone che hanno operato fianco a fianco con geni della matita come Renzo Piano o Santiago Calatrava.

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Un’opera all’avanguardia

Richard Meier è celebre per la precisione maniacale delle opere e per il suo ponte, il primo della lunga carriera, ha voluto il meglio: l’errore permesso è sotto il centimetro, ad esempio, e le saldature tra un pezzo e l’altro saranno «pulite», cioè senza cordone, come se fosse la carlinga di un aereo o lo scafo di un mega yacht. «Le tecnologie sono quelle nautiche e aeronautiche- dice Luca Gonzo, di Benini & Partners -: la prima applicazione al mondo su un ponte». Sgarrare è vietato, anche perché l’architetto ha già fissato una visita ad Alessandria, ad ottobre, per verificare cantiere e lavori svolti. Il ponte è un’infrastruttura dove di norma si è precisi sì, ma al metro. Non ad Alessandria: per l’unico ponte firmato Meier, l’architetto statunitense vuole la stessa precisione della Jubilee Church di Roma, dell’High Museum of Art di Atlanta, delle case che costruisce in giro per il mondo.

Un cantiere da 18 milioni

Si corre, infatti. Sia per la visita del progettista che per la deadline di dicembre, mese in cui il ponte dovrà essere terminato. La città lo aspetta da diciassette anni.

La realizzazione, seguita da Itinera Spa, costa 18 milioni e 200 mila euro, interamente finanziata grazie al Pisu, il progetto integrato per lo sviluppo urbano, studiato dall’ingegnere capo del Comune, Marco Neri.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.