Romena, in Italia da ventun’anni, ha vinto il premio “Imprenditrice di successo 2015” della Camera di commercio di Alessandria
I biscotti dell’ingegnere sono perfetti anche nella forma: nessuna sbavatura, nessuno sbaglio. Le linee sono nette, i cerchi «da compasso». E tutti i dolci sono rigorosamente senza uova, burro o latte. Gabriela Heres ha aperto la prima pasticceria vegana in provincia di Alessandria e grazie al suo progetto (lungimirante, unico) ha vinto il premio «Imprenditrice di successo 2015», deciso e consegnato dalla Camera di commercio di Alessandria. «Mi hanno definita antesignana, io dico invece che sono stata incosciente». Ha iniziato quando non era ancora esplosa la moda vegan, è riuscita ad anticipare questa tendenza.
Gabri è una donna di cinquant’anni nata a Bacau, Romania; lì si è laureata in ingegneria meccanica, poi è arrivata ad Alessandria (21 anni fa ormai) e ha lavorato per una grande azienda di materie plastiche. La prima «follia»: il licenziamento. «Un lavoro che mi stava stretto», dice. Poi subito la seconda: «Ho aperto una pasticceria romena, proponevo i dolci tradizionali della mia terra» solo dopo essere tornata sui libri e a scuola, all’istituto alberghiero di Acqui.
La terza (di follia) è arrivata nel maggio del 2015, un anno fa, e per caso: «Due clienti mi hanno chiesto se sarei stata in grado di preparare una torta di compleanno vegana. Ho detto “perché no”. Mi ricordo quel momento, e quei due volti, come se fosse ieri. Ho cominciato a sperimentare per capire come poter fare una sfoglia senza burro, come poter legare gli ingredienti senza uova. Ho sbagliato tanto, perché assaggiavo poco. Allora ho cominciato a mangiarli io per prima, questi dolci».
Ha iniziato con un diplomat, un dolce tipico romeno a base di panna e ananas che lei ha «veganizzato». Un successo. E la voce ha cominciato a girare. «Entravano in negozio persone quasi con le lacrime agli occhi, che mi dicevano: io non mangio un dolce da vent’anni». Nella sua ricerca, l’ha aiutata il figlio cuoco, Gabriel Vrabie; con lui ha iniziato a provare ingredienti diversi: «Uso il latte di mandorle, il cremor tartaro e il bicarbonato. Studiamo molto e siamo in fase di miglioramento». È cambiata anche la sua visione del mondo: «Sono diventata vegana anche io, perché ho capito che non è una dieta ma uno stile di vita che c’entra con la salvaguardia dell’ambiente e con un approccio etico».Prepara baci di dama, cookies americani, sacher, tartine alla frutta. E insiste per far assaggiare: «Finché uno non prova, non pensa che sia possibile che un biscotto al cioccolato rimanga un biscotto al cioccolato». Il negozio si chiama I dolci di Gabri ed è in via Savona, di fianco al macellaio (ironia della sorte). (FONTE: lastampa.it)
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