Spesso scambiata per un ratto, conosciamo la nutria: il castoro che abita il nostro territorio

„A fare chiarezza su un animale troppo spesso maltrattato senza motivo sono gli esperti dell’OIPA Ancona, che ci parlano in questo appuntamento con l’informazione della nutria“

C’è un enorme topo vicino casa…” oppure “Mandate qualcuno a disinfestare la zona dai topi…”. Queste o affermazioni simili sono in aumento nel nostro territorio e, ad Ancona e Marche, le telefonate inutilmente allarmati per gli avvistamenti di questo innocuo animale, continuano a crescere. Per questo motivo non lasciamoci prendere dal panico o da inutili fobie imputabili alla nostra ignoranza e facciamo chiarezza, scoprendo che la nutria non è altro che un docilissimo “castorino”. Ebbene si, la Nutria (Myocastor coypus) non è altro che un castoro sudamericano e non appartiene, come molti credono, alla famiglia dei Ratti dai quali è diversa geneticamente, etologicamente e biologicamente. A differenza dei Ratti, che essendo onnivori si cibano anche di carcasse di animali morti o di rifiuti, le nutrie sono delle perfette vegetariane, caratteristica evidente anche visivamente, se si analizza il loro diastema tra gli incisivi e i molari. Attacca raramente gli altri animali, di cui invece ha estremamente timore e dai quali cercherà immediatamente di nascondersi. Se si sente minacciata può difendersi soffiando, inarcando la schiena o mostrando i denti, arrivando a mordere solo ed esclusivamente per difendere il proprio territorio, la prole e, se si sentisse in trappola e senza via di fuga. Insomma si comporta come la maggior parte degli animali.

Non abbiate quindi alcuna paura di essere attaccati senza motivo, da un essere estremamente innocuo. Originariamente, all’inizio del secolo scorso, furono portate in Italia per sfruttarne la loro pelliccia nella produzione di indumenti, ma il mercato non decollò e gli allevatori, per evitare i costi di abbattimento delle carcasse, decisero di liberare i loro esemplari. Vivendo prettamente vicino alla vegetazione e ai corsi d’acqua, è normale che abbia trovato un habitat ideale alla propria riproduzione, anche nel nostro territorio. Capita quindi di incrociarne qualcuna, mentre mangia le erbe presenti nei prati comuni di città o in campagna, o mentre sgranocchia ghiande o frutti, trovate ai piedi degli alberi. Per ignoranza e per il loro aspetto (soprattutto per la coda che può ricordare quella dei ratti) capita spesso che siano vittime di immotivate fobie e di comportamenti violenti nei loro confronti, che sempre più spesso sfociano nell’uccisione. In molti casi si è parlato di abbattimento di massa o di sterminio, con qualunque mezzo e in qualunque periodo dell’anno, giustificando il tutto con la necessità del “contenimento”. 

Allora, se di contenimento si vuol parlare, OIPA ha già proposto ed utilizzato con successo in altre zone di Italia, metodi efficaci e non cruenti, applicabili a questa e ad altre specie. Uno tra tutti è il controllo della fertilità, applicabile utilizzando la sterilizzazione di ambo i sessi e il rilascio degli esemplari nel medesimo posto di prelievo (come già avviene ad esempio con i gatti). E’ possibile valutare anche l’utilizzo di apposite reti antinutria o antigambero, in particolari situazioni circoscritte come oasi, parchi, fontanili, cave ecc. Di sicuro l’investimento iniziale per questi metodi non cruenti, può risultare impegnativo, ma offre un risultato ben più duraturo nel tempo e sicuramente più etico e civile. Nella speranza che quanto illustrato, vi abbia chiarito le idee aumentando la vostra sensibilità verso questi buffi e docili animali, vi salutiamo tutti pregandovi di condividere l’articolo facendo informazione.“ (OIPA – Ancona)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.