Svolta sui rifiuti, termovalorizzatore a Roma. E la politica si spacca

Niente mega discarica, sì a un nuovo termovalorizzatore in grado di bruciare e produrre energia dai rifiuti «tal quali», ovvero senza che debbano essere trattati in un impianto Tmb. Dopo mesi passati a cercare una buca grande a sufficienza per accogliere l’immondizia di Roma, il sindaco Gualtieri, durante la seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina dedicata all’emergenza rifiuti, rimangiandosi quanto detto in campagna elettorale ha annunciato a sorpresa che sarà un nuovo termovalorizzatore, realizzato con tecnologie di ultima generazione, la soluzione che permetterà di chiudere il ciclo dei rifiuti della Capitale.

Attualmente infatti Roma dispone di appena tre impianti Tmb e utilizza il termovalorizzatore di San Vittore nel Lazio, di proprietà di Acea, per il resto conferisce scarti di lavorazione in diversi impianti sparsi per l’Italia. «Il termovalorizzatore sarà a controllo pubblico e lavorerà 600.000 tonnellate di rifiuti all’anno – ha spiegato Gualtieri – Ci permetterà inoltre di chiudere il Tmb di Rocca Cencia, come chiedono da tempo i cittadini, e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche rendendo necessaria non più una discarica da un milione di tonnellate all’anno, ma una piccola discarica di servizio per il conferimento di residui inerti che potrà limitarsi a sole 60.000 tonnellate». Quasi il 30% dei rifiuti prodotti a Roma, come spiegato dall’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi, oggi finisce in discarica, contro il 20 per cento a livello nazionale. I costi totali di smaltimento e trasporto ammontano nel 2021 a 280 milioni di euro. Per il termovalorizzatore, il sindaco punta a un impianto di proprietà pubblica che realizzando introiti dalla produzione di energia consenta di ridurre la Tari del 20%. Potrebbero essere coinvolte nel progetto Acea ed Ama. Mentre per accelerare l’iter non è escluso il ricorso ai poteri commissariali di cui il sindaco dispone come commissario per il Giubileo del 2025. L’obiettivo infatti è quello di realizzare l’impianto entro l’Anno Santo, o almeno entro la fine della consiliatura. Gualtieri ha spiegato che oggi il fabbisogno di smaltimento di rifiuti ammonta a 1.200 tonnellate al giorno. «Anche quando avremo raggiunto il 65% di differenziata sulla base del modello industriale attuale il nostro fabbisogno sarebbe di mille tonnellate a giorno, 350 mila l’anno, una discarica fortemente impattante che durerebbe meno di due anni e mezzo e non cambierebbe meccanismo», ha aggiunto.

Il modello ideale per il Campidoglio è l’impianto da «vetrina» presente a Copenaghen. Il pacchetto complessivo per la chiusura del ciclo dei rifiuti oltre al termovalorizzatore prevede anche una serie di altri impianti: due biodigestori (a Casal Selce e Cesano-Osteria Nuova), due impianti di selezione del multimateriale (a Rocca Cencia e a Ponte Malnome) e due per la lavorazione dei fanghi. La scelta del Campidoglio ha il sostegno della Regione. «Gualtieri ha avuto il coraggio e il merito di dire la verità: Roma deve essere autosufficiente in tempi brevi o rimarrà sotto i rifiuti per sempre. Rischia di essere sommersa anche in occasione del Giubileo – ha commentato il presidente Zingaretti -. Tutte le previsioni della città di questi anni sono saltate e senza scelte chiare nessuno sarà più disposto ad aiutare la Capitale. Collaboreremo per portare avanti programmi e sostenere strumenti più idonei a garantire rapidità, certezza ed efficacia per essere pronti». (Tempo)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.