TECNOLOGIA: Vibra sulla pelle e ti salva la vita È l’sms per chi lavora in cantiere

Gilet, magliette e scarpe di nuova generazione, prototipi sensibili agli umori della pelle e ai vapori ambientali. Una tecnologia integrata collegata a una centrale intelligente, studiata per la sicurezza dei lavoratori in raffineria

smsLa tecnologia evolve rapidamente e chi lavora in azienda lo sa bene: piccoli miglioramenti tecnologici sono costanti e portano sempre più cambiamenti significativi. Si chiama Health & Safety Ecosystem e viene definito suggestivamente “un ecosistema di tecnologie da indossare”. Ci sono luoghi di lavoro pericolosi non solo per la presenza di sostanze esplosive o tossiche ma anche perché le condizioni ambientali – cuffie alle orecchie, maschere sul viso -, rendono difficile la percezione del pericolo o la semplice comunicazione verbale. In una raffineria di petrolio o in determinati cantieri la capacità di percepire in tempo un pericolo è essenziale per la sopravvivenza.

Ecco dunque il ricorso al primo degli elementi che compongono l’ecosistema sicuro, messo a punto dai centri di ricerca dell’Eni, quello che una premurosa mamma del futuro raccomanderebbe con frasi del tipo “tesoro, l’hai messa la supercanotta?”, ovvero l’undershirt, una guaina in tessuto elastico da indossare a pelle con sedici sensori, a loro volta collegati con la centrale Safety. In questo caso l’allarme viene comunicato attraverso il più grande e diffuso organo del corpo umano: la pelle. In caso di emergenza il lavoratore sentirà una pressione sotto la gabbia toracica, oppure intorno alle spalle, un segnale percepibile anche in condizioni estreme, che lo farà schizzare via dalla sua postazione, nel caso indossando il proprio autorespiratore.

E’ accaduto che la centrale Safety ha ricevuto il segnale di allarme e ha rispedito una sorta di sms tattile attraverso minuscoli motori incorporati nell’undershirt, secondo codici che i lavoratori hanno imparato a decodificare con un breve corso di addestramento.
Undershirt, però, non è soltanto un ricevitore di messaggi. Attraverso i biosensori misura la frequenza cardiaca di chi la indossa, la respirazione, la risposta galvanica della pelle e in quale posizione si trova il soggetto. Dati che vengono trasmessi alla centrale e possono determinare il soccorso immediato del lavoratore oppure una sua sosta precauzionale.

E veniamo al jacket (anche in questo caso, come per gli altri, siamo a un livello avanzato di prototipo), progettato per rilevare fughe di gas, di monossido di carbonio o di H2S. I sensori sono incorporati nella parte superiore delle maniche del giacchetto. In presenza di questi elementi, un sms tattile, sempre attraverso l’undershirt, verrà inviato a tutti gli operatori nella area interessata. L’avviso sarà inoltrato alla sala controllo, agevolando così i soccorsi.
Non solo: vista la difficoltà di valutare i rumori ambientali, un sensore di volume integrato nel jacket misurerà il livello dei decibel e la dannosità per l’udito umano, un dispositivo molto utile in quei luoghi di lavoro dove le condizioni mutano anche a poca distanza.
Sicurezza vuol dire anche applicare in maniera corretta le procedure di sicurezza. A tal scopo è stato progettato una sorta di moschettone elettronico per aiutare gli operatori di impianto che lavorano in quota a rispettare le procedure di sicurezza.
Per verificare che il dispositivo sia correttamente agganciato, sono stati introdotti dei sensori di pressione all’interno del moschettone stesso che ne misurano la pressione applicata. Se il moschettone non è agganciato, il sistema lo ricorderà all’operatore attraverso l’undershirt.
Non potevano. Infine, mancare le scarpe: in realtà sono un paio di solette da infilare dentro qualsiasi calzatura antinfortunistica, capaci di percepire se il peso che si sta sollevando è eccessivo e può procurare danni alla colonna e alle articolazioni. Utile non solo per alcuni sforzi isolati ma anche per sollevamenti prolungati e ripetuti nel tempo.
La ricerca Eni si ferma rigorosamente qui ma è impossibile non pensare al giovamento che potrebbero trarre da questi studi alcune componenti essenziali della nostra società, a cominciare dai vigili del fuoco o dagli artificieri, solo per fare un esempio. Con i tempi che corrono non basta salvare la pelle. E’ la pelle che deve salvarti. (FONTE: REPUBBLICA)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.