La simulazione di Climate Central mostra come cambierebbero le nostre città con l’innalzamento dei mari dovuto all’aumento della temperature della Terra. Un grado l’abbiamo già superato, a due il nostro pianeta diventerebbe irriconoscibile
Così cambiano le coste italiane con la Terra più calda
Naturalmente, questo futuro non è domani. L’innalzamento delle acque è un processo lento, graduale, non una catastrofe repentina. Ma l’innalzamento medio non tiene conto di tempeste e mareggiate, le punte che rendono, comunque, le città inabitabili: fra vent’anni l’uragano Sandy, probabilmente, sommergerebbe per giorni l’intera New York. E la lentezza di questo processo ha un rovescio drammatico: è praticamente irreversibile, almeno in tempi meno che secolari. Le leggi della fisica comportano che l’anidride carbonica si accumuli sempre di più nell’atmosfera, più velocemente di quanto possa essere riassorbita. Anche se smettessimo miracolosamente completamente di produrne, resterebbe nell’aria a scaldare il pianeta per decenni.
La fisica ha, in questo caso, un immediato risvolto politico. I due gradi che allagano Fiumicino saranno un problema dei nostri figli e nipoti, ma la Co2 che li condanna la stiamo producendo noi. Molti scienziati ritengono che, se non si riesce a limitare le emissioni entro il 2030, la CO2 accumulata renderà comunque inevitabili i due gradi. Lunedì prossimo si apre a Marrakech, la conferenza internazionale chiamata a mettere in concreto gli impegni presi a Parigi nello scorso dicembre. E’ la strada per fermare la deriva del riscaldamento globale. Altrimenti, assicuratevi di avere a disposizione le pinne e gli occhiali. (repubblica.it)