Era diventato l’incubo dei suoi colleghi. Un capo-padrone. Pretese assurde, imposizioni ingiustificate, ritorsioni dettate da antipatie personali. E chi provava a ribellarsi, veniva minacciato con sanzioni disciplinari.
Un regime autoritario, reso ancor più sgradevole da una serie di attenzioni “particolari” rivolte ad alcune dipendenti: apprezzamenti volgari, domande piccanti, allusioni a luci rosse. Pensare di andare al lavoro e dover sottostare a tutte quelle vessazioni era diventato intollerabile per una quindicina di dipendenti dell’ufficio della Direzione Territoriale del Lavoro di Ancona. Uno dopo l’altro, si sono rivolti al sindacato e dalle loro segnalazioni è stato avviato un procedimento disciplinare che ha portato alla sospensione del funzionario e, adesso, a un’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Procura, che procede per abuso d’ufficio. In realtà, potrebbero configurarsi reati più gravi per la condotta del funzionario 55enne, finito nel mirino degli inquirenti per la condotta autoritaria e intransigente con cui avrebbe gestito per due anni l’ufficio della Dtl. (corriereadriatico.it)
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