FISCO: Adeguamento della dichiarazione ai redditi indicati dagli Isa, cosa rischia chi decide di non effettuarlo?

Sono un libero professionista (ingegnere) associato in forma esclusiva ad una cooperativa di progettazione. Da circa dieci anni, a causa della crisi generale ed in particolare del settore delle costruzioni, il mio compenso professionale si è ridotto sensibilmente (a meno di un terzo di quelli degli anni precedenti). Nella dichiarazione Irpef di quest’anno, relativa ai  redditi 2018, mi è stata aggiunto un compenso “non annotato nelle scritture contabili” (ISA) pari a circa il 25% di quello effettivamente percepito, sul quale si paga sia l’Irpef che la Cassa degli ingegneri. Come è possibile che lo Stato chieda delle tasse non dovute a chi ha visto già pesantemente ridurre il proprio reddito a causa della crisi? L’adeguamento Isa è obbligatorio e se non viene effettuato a cosa si va incontro? Grazie
Franco D. B.

Lei non è tenuto ad adeguarsi alle indicazioni degli Isa. Gli Isa, infatti, sono un regime premiale in base al quale è prevista la possibilità di dichiarare compensi non annotati nelle scritture contabili per migliorare il proprio livello di affidabilità fiscale. Chi raggiunge i punteggi più elevati, da 8 in su, ha il vantaggio di poter essere escluso dalle verifiche analitiche sui redditi. Se lei non ha incassato quanto presupposto dalle Entrate non è tenuto a dichiarare nulla di più. Dovrà semplicemente mettere in conto che se dovesse avere un indice di affidabilità basso potrebbe essere sottoposto ai controlli da parte dell’Agenzia.