GEOLOGIA: “Italia come il Medio Oriente. Una scossa di magnitudo 6 non dovrebbe provocare questi disastri”

Il geologo Mario Tozzi attacca la politica di immobilismo e dice: “In un paese avanzato una scossa di magnitudo 6 non provoca crolli e vittime”

13/04/2016 Roma, Rai, trasmissione televisiva Porta a Porta, nella foto Mario Tozzi
13/04/2016 Roma, Rai, trasmissione televisiva Porta a Porta, nella foto Mario Tozzi

“Ormai abbiamo osservato che ogni 4 o 5 anni c’è un sisma che colpisce la dorsale appenninica. Eppure gli amministratori non fanno prevenzione. Il risultato è che l’Italia è arretrata come il Medio Oriente: in un paese avanzato una scossa di magnitudo 6 non provoca crolli e vittime”. Ne è convinto il geologo Mario Tozzi che sull’Huffington Post attacca la politica colpevole, a sette anni dalla terremoto dell’Aquila, non essere intervenuta sulla prevenzione di disastri sismici di questa portata. Oggi i comuni più devastati: Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto.

” L’Italia è un territorio geologicamente giovane e perciò subisce queste scosse strutturali di assestamento. Non stiamo dicendo che i terremoti sono prevedibili”, puntualizza Tozzi, “perché sappiamo che è una sciocchezza. Ma stupisce che in una zona sismica non si faccia quasi nulla per impedire che una scossa di magnitudo 6 possa addirittura far crollare un ospedale come è accaduto ad Amatrice”. Secondo il geologo le istituzioni non possono cavarsela dicendo che i paesini del Centro Italia crollano più facilmente perché lì le case di antica costruzione. “Gli antichi – spiega Tozzi – sapevano costruire bene e basta pensare che a Santo Stefano di Sessanio, vicino l’Aquila, era crollata soltanto la torre perché restaurata con cemento armato, mentre a Cerreto Sannita nel Beneventano quasi tutto era rimasto intatto dopo il terremoto dell’Irpinia: non fu un caso, era stato costruito bene”.

“In Giappone e in California con una scossa simile a quella di Amatrice c’è soltanto un po’ di spavento ma non crolla nulla”, ribadisce Tozzi chiedendo che venga fatta quanto prima“una manutenzione antisismica di tutti gli edifici pubblici e privati”. Il geologo rimarca, infine, la necessità di cambiar passo, di smetterla di parlare di fatalismo e di, aumentare, invece, gli investimento contro il dissesto idrogeologico e per la prevenzione dei terremoti. “Siamo il paese europeo con numero record di frane e alluvioni, – conclude – siamo territorio sismico eppure per chi ci governa quando qualcosa succede è sempre una fatalità: bisognerebbe smetterla di pensare in questo modo e cominciare a ripensare seriamente al territorio”.

(FONTE: Huffington Post)

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