GLI ARCHITETTI E GLI INGEGNERI ITALIANI INSORGONO CONTRO I COLLEGHI DELLE P.A.

Molti Liberi Professionisti assistono quotidianamente allo “scippo” degli incarichi pubblici da parte dei loro colleghi in servizio presso la P.A.

 La maggiore critica dei tecnici professionisti è rivolta all’abuso con cui, in questi anni di crisi, quasi tutti gli istruttori tecnici presenti all’interno degli Uffici Tecnici Comunali d’Italia stanno redigendo, al loro posto, i progetti cosiddetti “pubblici“, affidatigli direttamente dalle P.A. con incarichi di progettazione retribuiti al 2% dell’importo dei lavori. Questa dilagante “abitudine”, da un lato mette in ginocchio un settore lavorativo già fortemente in crisi e nel contempo distrae tali istruttori tecnici dal proprio lavoro, cioè quello di istruire burocraticamente le pratiche edilizie del pubblico cittadino, il quale attende in vano mesi prima di ottenere la propria autorizzazione edilizia e poter iniziare, finalmente, i lavori.

Le pratiche dei progetti privati vengono esaminati dopo quelli pubblici.

Questa situazione è inaccettabile e intollerabile per molti tecnici abilitati all’esercizio della professione di Architetto. Da anni infatti molti Liberi Professionisti Architetti, si trovano in difficoltà economica, sia per la mancanza di commesse riguardante gli incarichi pubblici, che, cosa ancora più sconcertante,  per il fatto che i loro progetti privati rimangono a giacere, quasi come se fossero “ingabbiati”, per mesi e mesi all’interno degli uffici comunali, in mano agli istruttori tecnici, i quali, invece di istruire i medesimi progetti, sono affaccendati a lavorare ai progetti pubblici, con il corrispettivo compenso del 2% sull’importo dei lavori.

L’anomalia maggiore sta proprio qui. Se da un lato l’Ufficio Tecnico dovrebbe istruire con la massima velocità una pratica edilizia di un privato cittadino, dall’altro proprio quei tecnici delegati alla disamina dei progetti sono impegnati nei loro lavori, appunto, quelli pubblici. Intanto il fenomeno si allarga a macchia d’olio. Il sistema sta congestionando tutti gli uffici tecnicicomunali e l’esasperazione dei Liberi Professionisti sta facendo posto, in molti casi, alla rabbia e alla frustrazione.

Le lamentele maggiori? Gli istruttori tecnici comunali dovrebbero lavorare ai progetti pubblici non nelle ore d’ufficio ma nelle ore pomeridiane, cioè quando gli uffici comunali sono chiusi. Questa è la triste considerazione che hanno molti LiberiProfessionisti dei loro omologhi colleghi, impiegati e stipendiati dalla Pubblica Amministrazione.

Chi controlla i controllori?

Infine, un altro annoso problema riguarderebbe i controlli sulla originalità della progettazione e sulla qualità dell’esecuzione delle opere, nonché sui materiali impiegati per la costruzione di un manufatto pubblico. Infatti tutti RUP, nella stragrande maggioranza dei casi, sono gli stessi colleghi di lavoro dei progettisti comunali. A tal proposito, a detta di molti Architetti, la progettazione e la realizzazione di molti interventi “pubblici”, effettuati negli ultimi anni, sono scadenti o necessitano di rapidi interventi di ripristino. Questo dato dovrebbe farci riflettere su quello che avviene a proposito del clientelismo che in questi casi si verifica puntualmente, a discapito delle casse comunali e, di conseguenza, degli ignari cittadini contribuenti.

Luciano Mondello

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