Il numero uno Salvini fa appello a Palazzo Chigi: dal governo segnali positivi, Renzi riapra il dossier
Milano Il rilancio dell’economia passa dalle opere pubbliche. Lo sa bene l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che grazie alla legge Obiettivo del 2001 rimise in piedi dozzine di grandi cantieri fermi per colpa della burocrazia.
Il destino del contenzioso in corso è segnato. Lo Stato deve pagare perché non ha onorato gli accordi, perché Monti ha deciso così. Più che una scelta legittima è l’ennesimo frutto amaro del governo tecnico. Uno scherzetto per le casse dello Stato che, ironia della sorte, rischia di costare più o meno quanto spenderebbe il governo per fare il Ponte, visto che il contributo pubblico per la maxi opera – che sarebbe realizzata al 90% da capitale privato – è di appena 1,5 miliardi. Ma l’apertura di Impregilo ha anche un valore «politico»: il senso del messaggio è che l’azienda non vuole più scappare dall’Italia come aveva minacciato nei giorni scorsi di voler fare, spostando la sede legale all’estero, ma vuole lavorare per costruire un Paese migliore.
L’ex ministro dei Lavori pubblici del governo Berlusconi, Altero Matteoli è tra i primi a raccogliere l’invito: «Da Salini proposta seria e generosa, il governo ne approfitti per rimediare a un madornale errore di Monti, contribuire alla crescita del Sud e dare senso compiuto al corridoio europeo Helsinki-La Valletta. Nel 2008 il governo Berlusconi tolse il manufatto dal limbo in cui lo aveva cacciato Prodi, allo stesso modo è possibile riprendere il lavoro da dove lo avevamo lasciato noi».