Cugini francesi battuti nei consumi, nelle vendite e nella qualità della bollicine e adesso anche nella produzione. A sostenere la produzione italiana è stato soprattutto il tempo che ha aumentato il raccolto d’uva del 13%
Insomma per i vignaioli francesi il momento non è dei migliori. Un anno fa, i cugini transalpini produttori di champagne hanno incassato il sorpasso in termini di consumi (320 a 307 milioni le bottiglie stappate nel 2014); un mese fa si sono visti costretti a cedere il passo sul fronte delle qualità e adesso che la vendemmia si avvia alla conclusione la presa d’atto che i tini italiani debordano d’uva.
“L’Italia – commenta il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – si conferma la patria del vino, tornando ad essere leader anche nella produzione. Abbiamo una ricchezza straordinaria con oltre 500 vitigni coltivati e vogliamo valorizzare ancora di più il grande lavoro fatto dalle nostre aziende in questi anni. Per questo a Expo abbiamo dedicato al vino italiano un padiglione che ha mostrato a più di un milione e mezzo di visitatori la forza, la storia e il futuro di questo settore. Siamo pronti a sostenere con ancora più determinazione l’export che ormai supera stabilmente i 5 miliardi di euro all’anno”.
Per stilare la nuova classifica i francesi hanno utilizzato le stime pubblicate a fine settembre da Bruxelles in base alle autodichirazioni degli Stati membre: l’Italia avrebbe raccolto 48,8 millioni d’ettolitri di vino, la Francia 46,45 millioni e la Spagna 36,6 millioni. Più staccate Germania e Portogallo. Non è una novità che il primo posto sia ogni anno una partita che si gioca sul filo di lana a cavallo delle Alpi, ma a condizionare il risultato è sempre il tempo. Basti pensare che la produzione d’uva in Italia è cresciuta quest’anno del 13%, mentre il clima secco ha ridotto dell’1% quella francese. Di più, la vendemmia si preannuncia di ottima qualità anche se la Francia resta il campione del mondo nella valorizzazione dei propri prodotti.