Secondo uno studio dell’Università di Adelaide, il riscaldamento globale e l’acidificazione delle acque degli oceani influenzeranno le dimensioni dell’animale e, a cascata, tutta la catena alimentare marina
LA LORO PERICOLOSITÀ è stata immortalata in molti film di successo. Ma ora è in serio pericolo. Gli squali diventeranno più piccoli e incapaci di procacciarsi il cibo. Colpa del riscaldamento globale e dell’acidificazione delle acque. A sostenerlo è uno studio dell’Università di Adelaide. Secondo lo studio dell’ateneo australiano, infatti, la capacità degli squali di cacciare e di crescere di grandezza sarà drammaticamente colpita dal cambiamento climatico, in particolare dal riscaldamento e dall’acidificazione degli oceani, previsti entro fine secolo.
Lo studio, basato su esperimenti di lungo termine e pubblicato sulla rivistaScientific Reports, fa prevedere gravi effetti nocivi sulla capacità degli squali di soddisfare la propria domanda di energia, con effetti lungo la catena alimentare di cui occupano la cima e a cascata attraverso l’intero ecosistema. Gli esperimenti sono stati condotti su squali di Port Jackson, specie migratrice stagionale, che prendono il nome dalla baia che frequentano nel sudest dell’Australia, ospitati per sette mesi in grandi vasche con habitat naturale e prede.
Gli studiosi hanno osservato che gli squali impiegavano molto più tempo a trovare cibo e in alcuni casi non provavano nemmeno. E hanno scoperto che in temperature elevate lo sviluppo embrionale è più rapido. Allo stesso tempo la combinazione di acque più calde e di alto CO2 aumenta la domanda di energia dell’animale, ne riduce l’efficienza metabolica e la capacità di localizzare il cibo attraverso l’olfatto. “In acque più calde gli squali avranno più fame, ma con l’aumento della CO2 non saranno più in grado di trovare il cibo”, spiega il professor Ivan Nagelkerken, tra gli autori dello studio. L’effetto d’insieme è una marcata riduzione nei tassi di crescita corporea degli squali. Ma gli effetti saranno non solo sulla crescita degli esemplari, ma su tutta la vita marina. “A causa della ridotta capacità di cacciare”, sottolinea Nagelkerken, “gli squali non saranno più in grado di esercitare lo stesso controllo di adesso sulla catena alimentare marina, controllo essenziale per il mantenimento di ecosistemi oceanici sani”.