AMBIENTE – L’Impatto Ambientale dell’Acquacoltura sotto la Lente del Nuovo Documentario

l nuovo docufilm di Francesco De Augustinis, “Until the End of the World”, proiettato al Maxxi di Roma il 15 febbraio alle 18, getta luce sulla complessa realtà dell’industria dell’acquacoltura e sulle sue conseguenze ambientali. Dopo i successi di “Deforestazione made in Italy” e “One Earth – Tutto è connesso”, il regista e giornalista si è dedicato a un viaggio durato tre anni per esplorare l’industria dell’allevamento ittico.

Il documentario inizia nel cuore del Senegal, dove una donna, un tempo parte vitale del sistema alimentare locale, ora si ritrova a non fare nulla a causa della scomparsa del pesce. Questo fenomeno è attribuito alle fabbriche di mangimi, che stanno acquistando tutto il pescato locale, lasciando poche opportunità per gli acquirenti tradizionali. La narrazione continua attraverso tre continenti, svelando come l’acquacoltura, con la sua crescita esponenziale, stia impattando la sostenibilità ambientale, la sicurezza alimentare e lo sfruttamento delle risorse in varie parti del mondo.

L’acquacoltura, attualmente considerata l’industria alimentare a più rapida crescita, si è affermata come un pilastro della ‘Blue Transformation’, una strategia promossa dalle Nazioni Unite per incrementare la produzione globale di cibo attraverso un maggiore utilizzo delle risorse marine. Il documentario mette in luce la crescente pressione sull’allevamento di spigole, orate, salmoni, tonni e gamberi, con notevoli investimenti che, secondo De Augustinis, potrebbero essere visti come una nuova forma di colonialismo.

Il film esplora le diverse realtà in Italia, Grecia, Spagna e Senegal, fino alle incontaminate acque della Patagonia cilena. La testimonianza di comunità locali in lotta e il costante conflitto per le risorse emergono come tratti distintivi di questa industria in espansione. In Senegal, ad esempio, il film evidenzia la cattura di pesci per la produzione di farina esportata in Cina, Europa e Norvegia per la produzione di mangimi per gli allevamenti, creando una sorta di nuovo ‘colonialismo’.

La dipendenza eccessiva dalla pesca, con oltre la metà delle specie marine già pescate al di sopra dei livelli di sicurezza, sta spingendo l’industria verso soluzioni discutibili per produrre mangimi e alimentare gli allevamenti. La parte finale del documentario esplora l’Antartide, simbolo della fragilità del pianeta, dove la ricerca frenetica di materie prime per sostenere la crescita dell’industria degli allevamenti ittici mette in discussione la sopravvivenza della regione.

Il regista riflette sulla possibilità di invertire la rotta, sottolineando la necessità di considerare attentamente l’impatto dell’acquacoltura sulla sostenibilità ambientale e la produzione di mangimi. Il film solleva domande cruciali sul futuro dell’industria ittica e la sua compatibilità con la salute del nostro pianeta.

About Mario Ferraioli 4051 Articles
MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.