La Corte di Cassazione, con sentenza n. 27303/2023, ha confermato il principio fondamentale dell’onere della prova in materia tributaria: è sempre l’Amministrazione finanziaria che deve dimostrare, con prove concrete, la fondatezza dei suoi atti impositivi.
Nel caso specifico, l’Agenzia delle Entrate aveva notificato a un contribuente un avviso di accertamento per l’imposta sul valore aggiunto, sulla base di una presunzione di inerenza dei costi sostenuti. La Corte ha stabilito che l’Agenzia delle Entrate non aveva fornito prove concrete a sostegno della presunzione, e ha annullato l’avviso di accertamento.
Norme specifiche
Il principio dell’onere della prova in capo all’Amministrazione finanziaria è sancito dall’articolo 7 del d.lgs. n. 546/1992, che recita:
“In materia tributaria l’onere della prova dei fatti posti a fondamento dell’atto impositivo spetta all’Amministrazione finanziaria, salvo che la legge non disponga diversamente.”
L’articolo 39 del d.p.r. n. 600/1973, che disciplina le presunzioni nel processo tributario, prevede che:
“Le presunzioni legali non dispensano dall’onere della prova chi le invoca.”
Conseguenze della sentenza della Corte di Cassazione
La sentenza della Corte di Cassazione conferma che l’onere della prova è sempre in capo all’Amministrazione finanziaria, anche in presenza di presunzioni. Questo principio garantisce al contribuente il diritto di difendersi e di dimostrare che l’atto impositivo è illegittimo.
Consigli per gli avvocati tributari
In presenza di un atto impositivo tributario, gli avvocati tributari devono sempre ricordare che l’onere della prova è in capo all’Amministrazione finanziaria. Questo significa che è l’Amministrazione finanziaria che deve dimostrare, con prove concrete, la fondatezza del suo atto impositivo.
Gli avvocati tributari devono quindi concentrarsi sul raccogliere prove che dimostrino l’illegittimità dell’atto impositivo. Queste prove possono includere documenti, testimonianze e altri elementi di prova.
Gli avvocati tributari devono inoltre essere consapevoli delle presunzioni utilizzate dall’Amministrazione finanziaria. Nel caso in cui l’Amministrazione finanziaria si basi su una presunzione, gli avvocati tributari devono dimostrare che la presunzione non si applica al caso specifico del contribuente.
In particolare, gli avvocati tributari possono utilizzare i seguenti argomenti per contestare l’applicazione di una presunzione:
- La presunzione non è prevista dalla legge.
- La presunzione è contraria alla legge.
- La presunzione è inidonea a dimostrare il fatto che si vuole provare.
- La presunzione è stata applicata in modo irragionevole o arbitrario.
Conclusioni
La sentenza della Corte di Cassazione è un importante precedente per gli avvocati tributari. Essa conferma che l’onere della prova è sempre in capo all’Amministrazione finanziaria, anche in presenza di presunzioni. Questo principio garantisce al contribuente il diritto di difendersi e di dimostrare che l’atto impositivo è illegittimo.
Motivazioni della sentenza
La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sulle seguenti motivazioni:
- L’onere della prova è un principio fondamentale del processo civile e tributario, che garantisce al contribuente il diritto di difendersi.
- L’Amministrazione finanziaria, in quanto parte attrice del processo tributario, ha l’onere di dimostrare, con prove concrete, la fondatezza dei suoi atti impositivi.
- Le presunzioni non dispensano dall’onere della prova, ma possono essere utilizzate solo come elemento di prova a sostegno di un fatto già provato.
Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che l’Agenzia delle Entrate non aveva fornito prove concrete a sostegno della presunzione di inerenza dei costi sostenuti dal contribuente. La presunzione, quindi, non poteva essere utilizzata per giustificare l’avviso di accertamento.
Note
- La sentenza della Corte di Cassazione si applica sia al processo tributario in sede civile che al processo tributario in sede penale.
- L’onere della prova è un principio fondamentale del processo penale, che garantisce al cittadino il diritto di essere considerato innocente fino a prova contraria.
