È scoppiata la bolla cinese? Perché la Borsa ha perso il 19% in due settimane

Pesante ribasso per le Borse cinesi di Shanghai e Shenzen con perdite dei rispettivi listini di oltre il 7%. A Shanghai il forte flusso di realizzi è scattato fin dall’avvio per i timori crescenti di una ipervalutazione del listino che dall’inizio dell’anno aveva registrato una forte corsa al rialzo. Secondo alcuni analisti a far scattare la fuga dal listino è stata la riduzione dei volumi di acquisti con il «margin lending», la tecnica che permette di acquistare titoli prendendo fondi in prestito, con un forte effetto leva.

 L’indice composito di Shanghai ha quindi lasciato sul terreno oltre 330 punti pari al 7,4% a quota 4.192,87 con un volume di scambi di 787 miliardi di yuan (circa 114,8 miliardi di euro). A Shenzhen è andata anche peggio con uno scivolone da 213 punti, pari al 7,8% a 2.502,96 punti – il più forte calo giornaliero dal giugno 2008 – e con volumi di scambi di 555 miliardi di yuan. Le Borse cinesi dall’inizio dell’anno si erano apprezzate del 50 per cento e nell’ultimo anno di oltre il 100%.

 L’indice Composite di Shanghai aveva registrato venerdì scorso il peggiore risultato dal 2008, perdendo oltre il 13% in una sola settimana. Ieri, la piazza di Shanghai aveva chiuso in ribasso del 3,46%.

Qualche settimane fa il gestore Bill Gross aveva segnalato l’opportunità che sarebbe arrivata a breve di andare short (scommettere sul ribasso) sulla Cina.

Dal picco dell’anno toccato il 12 giugno a 5.166 punti l’indice della Borsa cinese ha ceduto il 19%. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se si tratta di una bolla finanziaria che è scoppiata (nel qual caso sarebbe il preludio di ulteriori ribassi) oppure se si tratta di una fisiologica correzione dopo la forte cavalcata degli ultimi mesi.

Gli operatori considerano infatti tipicamente un trend che si inverte quando un listino ritraccia di oltre il 20%. Superata tale soglia si può parlare di inversione del trend e non più di correzione.

Di sicuro negli ultimi giorni il fenomeno del «margin lending» ha subìto una brusca retromarcia in seguito a una stretta delle autorità. Mercoledì i volumi di prestiti di questo tipo sono scesi per il terzo giorno consecutivo a 2.200 miliardi di yuan (354 miliardi di dollari), in calo di 61 miliardi di yuan in soli tre giorni.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.