La fusione dei ghiacci artici minaccia una corrente cruciale che regola il clima europeo
Il riscaldamento globale potrebbe presto innescare un evento climatico catastrofico, secondo la simulazione più dettagliata mai condotta sulla circolazione oceanica. La corrente atlantica meridionale, nota come Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC), funge da termosifone per l’Europa, trasportando calore e nutrienti dalle regioni tropicali all’Artico.
L’eccesso di acqua dolce derivante dalla rapida fusione dei ghiacci artici e groenlandesi minaccia ora di compromettere questo sistema vitale. Studi basati sulle temperature superficiali oceaniche indicano che l’AMOC è già rallentato del 15% dal 1950 e si trova nella sua fase più debole da oltre un millennio.
La questione chiave è se la corrente raggiungerà un punto di non ritorno, e quando. Le previsioni variano: alcune indicano un possibile collasso tra il 2025 e il 2095, mentre altri sostengono che i cambiamenti irreversibili potrebbero non verificarsi nel corso del nostro secolo.
René van Westen dell’Università di Utrecht ha condotto una simulazione dettagliata, aggiungendo gradualmente acqua dolce alla circolazione atlantica per 2.500 anni. I risultati rivelano che un rallentamento dell’AMOC potrebbe portare al collasso della circolazione entro un secolo, con conseguenze disastrose: cali delle temperature europee, estensione dei ghiacci artici, innalzamento del livello del mare e impatti sulla foresta pluviale amazzonica.
Van Westen avverte che ci stiamo avvicinando a un punto di non ritorno, anche se l’entità del pericolo rimane incerta. La simulazione, che ha escluso l’effetto del riscaldamento globale, non fornisce una data precisa per il possibile blocco della corrente, ma sottolinea che le conseguenze saranno irreversibili quando si verificherà.
La sfida ora è comprendere meglio la tempistica di questo potenziale collasso e adottare misure concrete per mitigare gli impatti devastanti che potrebbero derivarne.
