Scorie nucleari: “arriva in Puglia il deposito di Rifiuti Radioattivi”

scorie radioattiveSi torna a parlare di un deposito di scorie nucleari in Puglia, rifiuti radioattivi provenienti anche dal nord europa. Una patata bollente paradossale considerato che in Italia di centrali nucleari non ce ne sono, ma al contempo dobbiamo anche subirci i rifiuti degli altri. Questo senza contare comunque le scorie nucleari provenienti da altri settori, come quellomedico. Il fantasma del deposito nazionale di scorie nucleari svolazza già da almeno un paio di anni.

Nel 2016 si era parlato anche della regione Puglia come uno dei possibili candidati per ospitare l’area, che custodirebbe rifiuti che resteranno attivi per migliaia di anni. Già nel corso del 2016, 7 sindaci appulo-lucani ribadirono il loro “no” mentre a Nardò (LE) vi fu una manifestazione per esprimere il dissenso verso la possibile scelta del governo. Tuttavia, il nucleare è una tecnologia che prevede il deposito dei rifiuti (scorie) e anche per questo come tecnologia andrebbe abbandonata in tutto il mondo perché di fatto insostenibile, perché i suoi rifiuti non risultano neutralizzabili. Ora, il fantasma del deposito nazionale di scorie nucleari è tornato. Lo sanno bene gli attivisti tarantini di Taras in MoVimento:

“Ieri scadevano i termini per presentare le osservazioni relative al procedimento divalutazione ambientale strategica (V.A.S., art. 14 co. 3 D. Lgs. 152/2006) del Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi italiano. Un piano incompleto, con un Rapporto Ambientale che non contiene tutte le informazioni richieste dalla normativa per consentirne una valutazione ottimale. Non è noto il sito su cui sorgerà il Deposito Nazionale e quindi non si possono valutare gli effetti in termini ambientali e sanitari per questa scelta” fanno sapere gli attivisti tarantini di Taras in MoVimento.

E non è nota la CNAPI, cioè la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il Deposito Nazionale, e quindi non è possibile in questa fase esprimere un parere nel merito. Inoltre, la normativa in materia di VIA potrebbe escludere dalla valutazione quei depositi che conterranno rifiuti a bassa e media radioattività, quindi non si potrà più effettuare un esame degli impatti sanitari ed ambientali su questi siti”.

“Abbiamo il sospetto che questo governo non voglia rendere note queste località solo per calcoli elettorali e per non perdere voti in quelle aree, quindi la circostanza ci indigna ulteriormente perchè, se così fosse, per loro la poltrona vale di più della tutela ambientale e della popolazione. Noi, attivisti del meetup Taras in MoVimento, abbiamo presentato le nostre osservazioni affinchè siano note le aree idonee ad ospitare il Deposito Nazionale e, seguendo quanto indicato dalla Guida Tecnica, ne venga esclusa la provincia di Tarantoper ragioni tecniche derivanti da criteri sulla sicurezza sismica, la presenza di aree vincolate, esistenza di industrie a rischio di incidente rilevante, parametri idrogeologici, nonchè di tutela verso habitat e specie protette”.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.