ACCADDE OGGI – TERREMOTO – Ancona, 52 anni dopo il terremoto: Evoluzione della prevenzione e delle tecniche di monitoraggio sismico

Sono trascorsi cinque decenni dall’evento sismico che a partire dal 25 gennaio 1972 fino 14 giugno 1972, scosse profondamente Ancona e la sua provincia, lasciando un’impronta indelebile nella memoria dei cittadini. Undici mesi di terrore, iniziati con una scossa di magnitudo 4,2 il 25 gennaio dello stesso anno, culminarono nella violenta scossa del 14 giugno, con una magnitudo pari a 4,7. Sebbene fortunatamente non ci furono vittime dirette, oltre 7.000 abitazioni risultarono inagibili su un totale di 35.000 nel perimetro urbano.

Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Ancona subì un danneggiamento diffuso, specialmente nel centro storico e nelle zone rurali circostanti. Tuttavia, la popolazione fu in grado di abbandonare temporaneamente le proprie case durante la lunga sequenza sismica, evitando tragedie dirette. La situazione economica della regione subì una paralisi a causa dell’abbandono massiccio della città da parte di migliaia di persone.

Secondo Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, gli eventi del ’72 rappresentarono una svolta a livello nazionale nella prevenzione sismica e nelle tecniche di monitoraggio. L’evento segnò l’avvio di uno dei primi monitoraggi su vasta scala in Italia, con un’ampia rete sismometrica e un’importante indagine di microzonazione del territorio anconetano.

Farabollini, che era un dodicenne residente a Treia nel 1972, sottolinea che la consapevolezza del terremoto ha influenzato la sua carriera, portandolo a dedicarsi alla ricerca sulla geomorfologia applicata ai disastri naturali.

Dal punto di vista della prevenzione, il cambiamento più significativo è rappresentato dalla microzonazione sismica. Questa procedura, diventata norma per ogni comune, classifica le aree sulla base delle microzone omogenee di pericolosità sismica, consentendo la costruzione in sicurezza sismica.

I progressi successivi, anche grazie agli eventi sismici del 1979, 1997 e 2016, hanno portato a una maggiore attenzione agli aspetti geologici, litologici e morfologici nel processo di costruzione. La risposta sismica locale è diventata uno strumento fondamentale, consentendo di valutare con precisione come il terreno reagirà alle onde sismiche.

Nonostante la impossibilità di prevedere con certezza quando avverrà un terremoto, la combinazione di microzonazione sismica e risposta sismica locale offre una base solida per la costruzione di edifici resilienti. Le nuove norme tecniche sulle costruzioni del 2018 rappresentano un passo avanti, garantendo che gli edifici realizzati o ristrutturati dopo tale data siano più resistenti agli eventi sismici.

La lezione appresa dal terremoto del 1972 a Ancona è chiara: la prevenzione sismica è cruciale per tutti i territori, e l’evoluzione delle tecniche di monitoraggio rappresenta un baluardo fondamentale contro gli effetti devastanti di futuri eventi sismici imprevisti.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.