Diritto e giurisprudenza – La Magistratura di Merito: Custode e Promotore dei Diritti nel Contesto Sovranazionale

Il nostro ordinamento costituzionale dipinge il ruolo della Magistratura come un potere diffuso, collocando i giudici di merito come la prima istituzione per la tutela dei diritti. Questa primazia, derivante dalla posizione nel processo, ha trovato legittimazione nei contenuti influenti sostenuti dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione. Un’analisi della sua genesi ci porta agli anni ’70, un periodo di promozione dei diritti e delle garanzie.

In un contesto normativo segnato da diverse riforme, i giudici di merito, affrontando questioni come lo Statuto dei lavoratori, il divorzio, l’obiezione di coscienza e la riforma sanitaria, hanno sviluppato un approccio giurisprudenziale allineato alla Costituzione. La consapevolezza innovativa della “portata politico-costituzionale della propria funzione di garanzia” è stata sottolineata nel congresso nazionale dell’ANM del 1965.

Negli anni successivi, numerosi interventi della giurisprudenza di merito hanno affrontato diverse aree, dall’art. 2 sui diritti della persona al principio di uguaglianza dell’art. 3, dall’art. 15 sulla tutela della privacy agli artt. 17 e 18 sulla libertà di riunione e associazione. Recentemente, la Suprema Corte ha sottolineato l’importanza di considerare le indicazioni sovranazionali ed europee anche in questioni come la retribuzione.

Il concetto di Stato come unico detentore delle fonti del diritto è superato. Il ruolo legislativo non è più esclusivo del singolo Stato, con altre istituzioni come le Regioni, le Autorità amministrative indipendenti e le fonti sovranazionali che svolgono una funzione regolatrice rilevante.

La primazia dell’ordinamento comunitario, sostenuta dagli artt. 11 e 117 della Costituzione, implica la disapplicazione delle norme interne in conflitto con quelle comunitarie. Il giudice di merito si trova ad affrontare un quadro complesso di fonti, esercitando un controllo “comunitario” della legge nazionale, considerando anche le indicazioni sovranazionali.

Va notato che il giudice italiano è obbligato a conformarsi al diritto dell’Unione, come stabilito dall’art. 2 della l. 117/1988. Ciò si estende anche alle decisioni della Corte di giustizia, contribuendo a integrare il nostro ordinamento con principi europei e internazionali.

L’evoluzione dello Stato post-moderno ha indebolito la funzione legislativa, portando le istanze sociali a trovare nella Magistratura, soprattutto quella di merito, un interlocutore privilegiato. Questo si traduce in nuove responsabilità per il giudice, che deve bilanciare l’interpretazione delle leggi con il rispetto dei principi costituzionali.

In un’epoca di globalizzazione, la giurisdizione affronta numerose richieste sociali, delegando la risoluzione dei conflitti. Il dibattito sul delicato equilibrio tra potere legislativo e giudiziario è sempre più rilevante, mentre la chiarezza del diritto e la figura del giudice “bocca della legge” sono superate. La mediazione del conflitto spesso si sposta dalla creazione della regola alla sua applicazione.

La qualità della legislazione è diminuita, influenzata dalla complessità della società attuale. La tentazione di dettagliare e regolamentare tutto potrebbe compromettere la flessibilità necessaria per affrontare le sfide impreviste. Il giudice di merito assume un ruolo cruciale nell’interpretare e applicare la legge, bilanciando la necessità di adattamento con la certezza giuridica.

L’interpretazione delle norme giuridiche è un compito di ogni giudice, dal giudice di merito al giudice di legittimità. Ogni decisione, oltre a risolvere il caso specifico, contribuisce a definire la regola di diritto, diventando un precedente giudiziario.

La Corte di Cassazione, sebbene formalmente responsabile della nomofilachia, si avvale del contributo e del dialogo con i giudici di merito. La loro partecipazione è essenziale per mantenere un sistema giurisprudenziale ricco e dinamico.

Il timore di interpretazioni arbitrarie è mitigato dal sistema di impugnazioni e dalla disciplina dell’art. 363 c.p.c. Tuttavia, emergono preoccupazioni riguardo alla crescente quantità di giurisprudenza prodotta, che potrebbe influenzare la qualità delle decisioni dei giudici di merito.

Il giudice di merito non deve diventare un mero applicatore di precedenti, ma deve esercitare il suo ruolo con consapevolezza e responsabilità, bilanciando l’indipendenza con la conformità alle regole del sistema giuridico. La prevedibilità delle decisioni è essenziale per garantire la fiducia nella Magistratura e nella giustizia.

Il confronto e lo scambio di informazioni tra giudici di merito e di legittimità, sostenuti dall’art. 47 quater dell’Ordinamento giudiziario, favoriscono la nomofilachia orizzontale. Questo processo collaborativo è cruciale per garantire una giurisprudenza coesa e adatta alle esigenze della società, bilanciando la stabilità con la necessità di adattamento. La prevedibilità delle decisioni è fondamentale per una giustizia efficace e per la fiducia dei cittadini nel sistema giuridico.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.