ECONOMIA: Daje Marche, con l’e-commerce rinascono i negozi marchigiani colpiti dal sisma

Sul portale si possono acquistare i prodotti venduti da aziende e piccole imprese dei centri colpiti dal terremoto dello scorso 26 e 30 ottobre. A gestire il progetto, una squadra di programmatori, grafici, esperti di marketing, comunicazione e fotografi locali

daje marcheTolentino è una città di poco più di 20mila abitanti. Dopo il sisma dello scorso 26 e 30 ottobre 2016, il centro marchigiano conta più di 10mila sfollati. E se le strade sono vuote e deserte anche i negozi chiudono: centinaia di attività produttive che si trovano a non avere più clienti e soprattutto un luogo fisico dove vendere le proprie merci. La soluzione però, si potrebbe trovare a un clic sulla tastiera.

Online dallo scorso 25 novembre, “Daje Marche” è un portale dedicato all’e-commerce, nato per dare la possibilità ai bar, pasticcerie, panetterie, alimentari, mercerie, e negozi di abbigliamento nelle zone colpite dal sisma (Tolentino, ma non solo) di mettere in commercio i propri prodotti. Il progetto si sta sviluppando grazie al lavoro di un gruppo di professionisti locali: «Volevamo fare qualcosa per la nostra città e per le altre comunità marchigiane colpite dal terremoto – racconta alla Stampa l’ideatore Paolo Isabettini – il tutto dando il nostro contributo anche stando dietro uno schermo».

L’idea è nata con un post su Facebook dello stesso Paolo: «Cercasi esperti di comunicazione e marketing, social, grafici, programmatori e fotografi. Abbiamo una sfida impossibile: dobbiamo metter su un sito ecommerce per aiutare tutti insieme le attività colpite dal terremoto». E ra il 3 novembre scorso e in 20 giorni hanno risposto all’appello 250 persone: da tutta Italia ma anche dall’estero. Il gruppo operativo è composto da 37 ragazzi e ragazze, ognuno con la sua professionalità. «Nessuno di noi aveva esperienza con il mondo dell’e-commerce, ma abbiamo deciso di metterci in gioco con le nostre capacità e conoscenze. Prima in un container della protezione civile, poi nel quartiere generale attuale, nella zona rossa», continua Isabettini.

Il progetto Daje Marche non ha scopo di lucro: l’intero ricavato delle vendite va ai negozianti. Infatti viene richiesta solo una cifra di rimborso spese per i costi derivanti dalla gestione del magazzino o del packaging dei prodotti. Fino a questo momento sono 37 le attività presenti nel portale, ma altre 120 sono in attesa di iniziare la collaborazione. «Nessuno di loro aveva mai fatto esperienza con il mondo del commercio online, in questo modo li facciamo crescere e innovare», afferma Isabettini.

Gli esercenti inviano la richiesta, depositano la loro merce in magazzino e poi i loro prodotti verranno venduti divisi in categorie: dai generi alimentari agli smartphone. Il portale si è focalizzato sui negozianti e non sui produttori, proprio per far rinascere tutte quelle attività che altrimenti sarebbero state tagliate fuori. E l’iniziativa sembra funzionare: «Ieri, ad esempio abbiamo toccato un picco di 7400 utenti unici online e fino a questo momento abbiamo venduto merce per 21mila euro. Gli acquirenti vengono dalla Lombardia, Piemonte, Veneto ed ,Emilia Romagna», racconta l’ideatore del portale.

Ma Daje Marche non si ferma qui. Dopo una successiva valutazione della sostenibilità del negozio online, per la squadra al lavoro il passo successivo è ambizioso ma non impossibile: trasformare il portale nella prima piattaforma marchigiana dedicata alla promozione di tutte le attività produttive del territorio. (la stampa)

 

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.