Il Governo Draghi e le sfide del lavoro, le proposte di Pietro Ichino

epa08386577 A hairdresser, wearing a protective face mask, cuts the hair of a client who also wears a protective face mask at the La Barberia shop during the spread of the pandemic Coronavirus (COVID-19) disease in Lausanne, Switzerland, 27 April 2020. Swiss authorities partly lifted the lockdown allowing people reopening their shops after more than one month and a half of closing due to the coronavirus COVID-19 pandemic. EPA/JEAN-CHRISTOPHE BOTT

Il Governo Draghi dovrebbe destinare il denaro che sta spendendo per una cassa integrazione senza limiti per aumentare il trattamento di disoccupazione per chi verrà licenziato dopo il 31 marzo 2021, assicurando l’80 per cento della retribuzione a tutte e tutti.

Dovrebbe inoltre attivare percorsi di orientamento e formazione per indirizzare lavoratori e lavoratrici verso aziende che cercano persone senza trovarle.

Servirebbe poi un progetto complessivo di rilancio delle politiche attive su scala nazionale, in relazione al quale formare qualche centinaio di bravi dirigenti, attrezzati e responsabilizzati in relazione a obiettivi precisi. In quel progetto potrebbe rientrare anche la valorizzazione dell’esperienza svolta dai navigator.

Sono i suggerimenti del giuslavorista Pietro Ichino al nuovo premier per invertire la rotta del mercato del lavoro in un Paese in cui la disoccupazione complessiva è arrivata al 9% e quella giovanile al 29,7%, in aumento di 1,3 punti su dicembre 2019.

Peggio dell’Italia solo Spagna e Grecia…

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.