Le navi nipponiche sono tornate in mare nonostante la decisione della Corte Internazionale di Giustizia, sfruttando un cavillo giudirico della moratoria mondiale del 1986“
La flotta baleniera giapponese inviata nell’Antartico ha fatto ritorno in porto dopo aver ucciso 333 balenottere di Minke, di cui duecento esemplari di femmine in gravidanza: lo ha reso noto l’agenzia governativa nipponica per la pesca.
Aveva destato scalpore la decisione del Giappone di riprendere la sua caccia alle balene con una nuova campagna.
La flotta aveva ripreso il mare il 1 dicembre 2015, dopo un anno di sospensione, grazie a un cavillo giuridico nella moratoria mondiale del 1986 e nonostante la sentenza della Corte Internazional di Giustizia che nel 2014 aveva giudicato l’attività di pesca giapponese come destinata a fini commerciali e non di ricerca. Tokyo ha infatti sottoposto un nuovo programma alla Commissione Baleniera Internazionale che prevede la cattura di 3.996 cetacei nei prossimi 12 anni, ovvero 333 esemplari per stagione contro i circa 900 del programma precedente.
Il governo australiano, critico nei confronti dell’attività giapponese, ha definito che la decisione di Tokyo di riprendere la caccia alle balene durante il periodo estivo dell’emisfero australe come “estramente deludente” e sostiene di aver espresso le proprie preoccupazioni in merito presso alti vertici dell’amministrazione giapponese, come riporta il Guardian.
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