AMBIENTE: Referendum trivelle, No Triv: “Ora l’Italia rischia di pagare una multa salata a Ue”. E partono ricorsi su concessioni scadute

Secondo Enzo Di Salvatore l’emendamento alla legge di Stabilità che la consultazione mirava a modificare è in contraddizione con la normativa europea sulla libera concorrenza. E annuncia l’azione contro il Mise “per chiedere il blocco immediato delle 5 concessioni estrattive entro le 12 miglia”. Il costituzionalista: “Sono scadute da anni. La norma prevede che siano prorogati i titoli vigenti, non quelli scaduti. Di conseguenza le aziende petrolifere stanno continuando ad estrarre senza autorizzazione”

C_2_articolo_3003387_upiImageppOra che il referendum non ha raggiunto il quorum, gli italiani rischiano di dover pagare una multa all’Europa”. Questa la tesi delMovimento No Triv, secondo cui l’emendamento alla legge di Stabilità che la consultazione mirava a modificare è incontraddizione con la normativa europea sulla libera concorrenza. La legge italiana, infatti, prevede che i titoli già rilasciati siano prolungati fino “alla durata di vita utile del giacimento”, mentre la direttiva 94/22/CE va in direzione opposta, dettando regole chiare per garantire competitività economica e accesso non discriminatorio alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi. In altre parole: libero mercato. In nome del quale la norma europea in questione stabilisce che “la durata dell’autorizzazione non superi il periodo necessario per portare a buon fine le attività per le quali essa è stata concessa”. Secondo questo principio, quindi, non si possono rilasciareconcessioni a tempo indeterminato. “Lo Stato può concedere delle proroghe, ma solo in via eccezionale” spiega a ilfattoquotidiano.it il costituzionalista e coordinatore dei No Triv Enzo Di Salvatore. E pochi giorni fa Barbara Spinelli, eurodeputata del GUE/NGL, ha inviato sull’argomento un’interrogazione alla Commissione europea, chiedendo “se intenda promuovere una procedura diinfrazione contro l’Italia”.

LA NORMA ITALIANA E LA DIRETTIVA EUROPEA – Sotto accusa è l’articolo 1, comma 239, della legge 208 del 28 dicembre 2015. Ossia la legge di Stabilità 2016 che consente di protrarre la durata delle concessioniper l’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine dalla costa “per la durata di vita utile del giacimento”. Una disposizione che ha cancellato il sistema precedente, basato sul rilascio di concessioni per 30 anni e poi una proroga di 10 anni e di una o piùproroghe di 5 anni. Da rilasciare dopo una serie di verifiche. La disposizione attuale, invece, violerebbe la Convenzione di Aarhus e la direttiva 94/22/CE (recepita dall’Italia con il decreto legislativo 625 del 25 novembre 1996), relativa alle condizioni dirilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. La norma europea prevede che la durata dell’autorizzazione non superi il periodo necessario “per portare a buon fine le attività per le quali essa è stata concessa”. Lo Stato può prevedere delle proroghe, ma in via eccezionale “se la durata stabilita non è sufficiente per completare l’attività in questione e se l’attività è stata condotta conformemente all’autorizzazione“.

“Scopo della direttiva europea – spiega Di Salvatore – è quello di garantire la competitività del mercato”. Per il costituzionalista, concedendo proroghe senza alcun limite temporale si creano condizioni di oligopolio e si estromettono dal mercato altrioperatori. Il principio è molto simile a quello della direttiva Bolkestein, che sta lasciando con il fiato sospeso i titolari distabilimenti balneari italiani. La Corte di Giustizia dell’Unione europea si pronuncerà, infatti, a breve sulla legittimità della proroga automatica della concessioni demaniali fino al 2020, che sarebbe contraria proprio alla direttiva europea.

L’INTERROGAZIONE ALLA COMMISSIONE EUROPEA –Nei giorni scorsi, Barbara Spinelli (GUE/NGL) ha inviato alla Commissione europea un’interrogazione scritta che ha come oggetto proprio la norma oggetto del referendum “sospetta diillegittimità, poiché una durata a tempo indeterminato delle concessioni violerebbe le regole del diritto UE sulla liberaconcorrenza”. Secondo l’eurodeputata “nonostante la Convenzione di Aarhus sia stata ratificata dall’Unione europeanel febbraio 2005 e recepita dall’Italia con decreto legislativo 195 nell’agosto del 2005, l’Italia non ha rispettato i propri obblighi, sanciti dalla stessa Convenzione, di consentire la partecipazione delpubblico al processo decisionale in materia ambientale nell’adozione della disposizione in esame”. Nell’interrogatorio si chiede dunque se la Commissione non ritenga che la disposizione violi Convezione e direttiva, se intenda promuovere una procedura di infrazione contro l’Italia e se, in ogni caso, intenda esortare ilgoverno italiano a modificare tale comma”.

I NO TRIV E LA MORATORIA – C’è anche un’altra questione ancora aperta per i No Triv: quella delle concessioni scadute in Adriatico “di cui ilministero dello Sviluppoo economicosapeva e rispetto alle quali ha lasciato che l’attività estrattiva andasse avanti in spregio alla legge”. “L’iniziativa contro le trivelle ripartirà con più forza di prima – scrive ilcoordinamento nazionale No Triv – innanzitutto con la messa in mora del Mise rispetto alle concessioni scadute prima del 31 dicembre 2015, che dovranno cessare la loro attività immediatamente e, in seconda battuta, con una nuova richiesta dimoratoria delle attività estrattive, sull’esempio di Francia eCroazia, in attesa di una completa riforma della Strategia Energetica Nazionale”. Dalle parole ai fatti il passo è breve: le associazioni del Comitato per il sì hanno annunciato che presenteranno un ricorso al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere il blocco immediato delle cinque concessioni estrattive entro le 12 miglia. A sentire Enzo Di Salvatore “le concessioni sono scadute da anni. La norma prevede che siano prorogati i titoli vigenti, non quelli scaduti. Di conseguenza le aziende petrolifere stanno continuando ad estrarre senza autorizzazione”

PUBBLICITA’

PROGETTO ALBATROS SAFETY

www.progettoalbatros.net – Software per la valutazione dei rischi per la sicurezza sui luoghi di lavoro, nei cantieri e per la formazione dei lavoratori semplice e completo.

About Mario Ferraioli 4038 Articles
MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.