Ance, lo stop al Superbonus delle villette pesa più dei cantieri del Pnrr: costruzioni viste in negativo nel 2023

L’Osservatorio dell’associazione dell’edilizia prevede investimenti in calo del 5,7% nel prossimo anno, dopo due anni spinti dagli incentivi e dalla cessione del credito. Occhi sul Recovery: incognita costi ed efficienza della Pa

La frenata, dopo la grande accelerazione legata ai bonus per i lavori edilizi. Il comparto delle costruzioni guarda al 2023 certo che sarà un anno di rallentamento, nel quale il raffreddarsi degli incentivi non sarà compensato dai cantieri del Pnrr. Lo certificano le previsioni dell’Ance presentate oggi, secondo le quali il comparto va verso un calo del 5,7% degli investimenti dopo un biennio rispettivamente da +20 (2021) e +12% (2022).

Anni in cui, rivendica l’Associazione dei costruttori, dai cantieri è arrivato un traino determinante per la crescita del Paese (+6,7 e +3,2% il Pil nei due anni in uscita dal Covid) con effetti positivi sull’occupazione: nei primi sette mesi del 2022, secondo i dati delle casse edili, le ore lavorate sono salite di quasi un quarto e i lavoratori iscritti del 17%.

Che i bonus edilizi e la cessione dei crediti fsicali con essa maturati abbiano avuto un ruolo determinante è riconosciuto dalla stessa Ance. Non a caso, star assoluta del settore è stata proprio la riqualificazione immobili residenziali (+22% nel 2022) che rappresenta il 40% dell’intero mercato delle costruzioni. Ora, però, ci si trova di fronte a un rallentamento inevitabile e la domanda che si pone il Centro studi Ance è se si tratti di un “assestamento” o dell”inizio di una nuova discesa”. D’altra parte, anche il nuovo governo sta cercando una via d’uscita per il Superbonus 110% (che già Draghi aveva disegnato su un percorso calante), che già ha prenotato più risorse di quanto previsto inizialmente e ora richiede un ulteriore impegno della finanza pubblica: a settembre – dati Enea – c’erano già 51,2 miliardi di detrazioni riconosciute contro previsioni complessive per poco più di 33 miliardi.

Secondo le stime del Centro Studi Ance infatti nel 2023 la riqualificazione degli immobili, con lo scadere degli incentivi per le unifamiliari, subirà una brusca frenata (-24%). Parallelamente però è previsto un incisivo aumento delle opere pubbliche (+25%) con l’avvio dei cantieri Pnrr, come da programma aggiornato nella Nadef. Una spinta non sufficiente a colmare il venir meno della prima gamba.

Anche perché, lamenta l’associazione, la tegola del caro-materiali sta pesando sulle opere pubbliche. Già quest’anno sono cresciute del +4% rispetto al 2021, ma a un ritmo che è meno della metà di quanto stimato a inizio 2022. Ance riconosce che gli aiuti sono satti previsti dal governo Draghi. Ma “dei 10 miliardi stanziati con il Dl aiuti ad oggi circa il 70% delle imprese non ha ancora ricevuto nessuna risorsa e quelle che l’hanno ricevuta hanno potuto coprire solo il 15% dei maggiori costi sostenuti”, dice il rapporto. Ora, dunque, in nodi vengono al pettine: con l’aggiudicazione attesa di oltre 20 miliardi di appalti nell’ambito del Pnrr, la volontà di recuperare il ritardo causato dal caro-materiali e la capacità amministrativa degli enti pubblici saranno sottoposti alla prova del nove.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.