Caserta, sequestrati 12 pozzi idrici contaminati da arsenico | Pm: “Alta incidenza dei tumori nella zona”

Anche il proprietario del terreno sottoposto a sequestro morto per cancro. Lʼacqua contaminata usata per irrigare i campi

Dodici pozzi utilizzati per uso domestico e irrigazione sono stati posti sotto sequestro dai carabinieri nel Casertano, nell’ambito di una operazione coordinata dalla procura di S. Maria Capua Vetere. I pozzi si trovano tra i comuni di Caserta e San Nicola la Strada: in alcuni è stata accertata la presenza di oltre 9mila milligrammi per litro di arsenico, una “quantità abnorme” per il procuratore Maria Antonietta Troncone (la soglia legale è di 10 mg).

Sono in corso attività di carotaggio per verificare se la contaminazione sia estesa anche al suolo. Il decreto di sequestro preventivo è stato eseguito dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale Carabinieri di Caserta e dal Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Caserta. L’acqua dei pozzi è stata utilizzata per anni per irrigare alcune colture ma anche per i giardini di complessi residenziali; non arriva invece nelle case, che sono allacciate alla normale condotta idrica.

Ma nella zona è alta l’incidenza dei tumori – “Nell’area compresa tra Caserta e San Nicola la Strada in cui abbiamo sequestrato i pozzi contaminati, si registra un’alta incidenza di tumori, specie alla prostata, anche se non si può stabilire il nesso di causalità tra l’inquinamento provocato dall’attività industriale e queste morti”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone. Persino il proprietario di una delle aree sequestrate è morto un anno fa proprio per un tumore alla prostata, “patologia che sembra legata proprio alla contaminazione da arsenico – spiega Troncone – che è la seconda sostanza chimica più cancerogena”.

Case costruite su cava scarichi industrie – L’area dove sono stati sequestrati i pozzi contaminati era nota negli anni 60 e 70 come la “piscina rossa”: sul fondo di una cava ristagnavano liquami contenenti arsenico e altre sostanze chimiche, residui dell’attività di lavorazione del ferro e del vetro, nei pressi dell’industria Saint Gobain di Caserta. Nella zona, nota come Lo Uttaro, sorgono altre cave trasformate in discarica; la “piscina rossa” negli anni è stata interrata insieme a tonnellate di rifiuti, e sovrastata da abitazioni civili e insediamenti produttivi. In questo contesto di veleni era avvenuta la contaminazione dei pozzi sequestrati.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.