Coronavirus e bufale, il ministero della Salute smentisce: “L’ozono non è garantito contro il Covid”

Ottavo capitolo per confutare le fake news sulla trasmissione del contagio. Dal dicastero un’indicazione importante su uno dei metodi proposti per la disinfezione. Ancora un elenco di alimenti che non proteggono, animali che non trasmettono il contagio e cure campate in aria

Ne spuntano sempre di nuove, sempre più assurde eppure, se il ministero della Salute deve smentirle, vuol dire che su qualcuno fanno presa. Sul sito istituzionale è stata pubblicata l’ottava parte del dossier “Covid-19 e fake news”, con nove bufale che hanno circolato su social e chat. La smentita più importante di questa puntata riguarda l’ozono, che viene proposto per la disinfezione perché sterilizza aria e ambienti. Il ministero inserisce questo tipo di pulizia tra le bufale: “Non ci sono evidenze che l’ozono svolga una funzione sterilizzante nei confronti del nuovo coronavirus e che conseguentemente metta al riparo dal contrarre l’infezione”.

Si tratta di una smentita che darà indicazioni più precise per chi deve disinfettare luoghi pubblici e che riteneva che un ozonizzatore fosse la soluzione. Il ministero, al riguardo, spiega che come per il vapore e i raggi UV (che fanno parte delle bufale di questa puntata) mancano studi specifici sul coronavirus, come è stato fatto invece per le disinfezioni specificate dal ministero. “Le azioni più efficaci per la pulizia della casa e degli ambienti in cui soggiorniamo sono quelle di pulire pavimenti e altre superfici prima con acqua e sapone o altri detergenti per rimuovere lo sporco e poi disinfettarle con una soluzione di cloro attivo allo 0,1% – si specifica infatti –  Per la pulizia dei servizi igienici e delle superfici toccate più frequentemente, tipo maniglie delle porte e delle finestre, cellulari, tastiere dei p.c., etc., la percentuale di cloro attivo sale allo 0,5%. Per la decontaminazione delle superfici che potrebbero essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, dopo la pulizia con un detergente neutro, è possibile utilizzare un disinfettante a base di alcol. Sia durante che dopo le operazioni di pulizia delle superfici è necessario arieggiare gli ambienti”. Queste linee guida, al contrario di disinfezioni con ozono, vapore o raggi Uv, sono state stabilite nella Circolare del ministero della Salute n°0005443 del 22 febbraio 2020.

A oltre due mesi dalla diffusione del coronavirus, pare impossibile comunque impossibile che girino ancora rimedi strampalati o cause del contagio che non hanno alcun fondamento e, in qualche modo, basterebbe un po’ di buon senso per accorgersi che sono anche smentite dai fatti. Eppure…

Eppure c’è chi vuole ancora credere che alcuni alimenti proteggano dal coronavirus. Questa volta si parla del latte e del peperoncino, e il ministero chiarisce: “non ci sono attualmente evidenze scientifiche che il latte o il peperoncino abbiano una azione protettiva o curativa nei confronti dell’infezione”. E prima del latte si era dovuto smentire che mangiare aglio o agrumi facesse da barriera.

Siamo stati bombardati da messaggi sull’importanza di lavarsi le mani e su quanto acqua e sapone, strofinando per almeno 30 secondi, siano una delle principali accortezze per non passarsi il virus. Ma la seconda bufala da smentire è che le lampade a raggi ultravioletti (UV) servano per disinfettare le mani. I raggi UV oltre ad essere inutili, sono pericolosi: “le radiazioni UV possono causare irritazione alla pelle e danneggiare gli occhi. Lavarsi le mani con acqua e sapone o con soluzioni a base alcolica (igienizzanti per mani) sono i modi più efficaci per rimuovere il virus”, ribadisce il ministero.

C’è ancora tanta paura che alcuni insetti possano trasmettere il virus. Era già stato smentito che le zanzare fossero un pericolo, adesso si parla di mosche e zecche: “Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche che le mosche e le zecche possano diffondere il nuovo coronavirus – scrive il ministero -. Il virus si diffonde principalmente attraverso le goccioline che si generano quando una persona parla, tossisce o starnutisce (droplets). Ci si può infettare anche toccando superfici contaminate e poi toccandosi occhi, naso e bocca prima di lavarsi le mani. Per proteggersi dall’infezione si raccomanda di disinfettare le superfici toccate frequentemente, lavarsi spesso le mani e mantenere la distanza di almeno 1 metro dagli altri”. Per le zecche, che portano sì alcune parassitosi come la recziosi , il sito puntualizza: “non c’è alcuna evidenza scientifica di una trasmissione attraverso artropodi vettori, quali zecche, zanzare o altri insetti che invece possono veicolare altri tipi di virus (detti arbovirus), responsabili di malattie completamente diverse dalla COVID-19, come ad esempio la dengue e la febbre gialla”.

C’è poi la nuova, immancabile bufala sulle cure. Anche qui, si era dovuto smentire che proteggesse bere bevande e acqua calda, adesso il rimedio fantasioso (e magari bastasse così poco) sarebbe acqua e bicarbonato. Sembra quasi che il ministero, sempre attento a ribadire alcuni principi chiave, in questo caso sia rimasto senza parole di fronte a una tale panzana, che confuta con un semplice: “Non ci sono evidenze che il bicarbonato disciolto in acqua abbia una azione curativa, né protettiva, nei confronti della malattia da nuovo coronavirus”. E stesso principio ribadisce subito dopo riguardo a “oli essenziali delle piante aromatiche come basilico, rosmarino, origano” che non svolgono alcun ruolo protettivo.  (Fonte)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.