Discussionee sul diritto alla “disconnessione” che metterebbe il lavoratore al riparo da chiamate e messaggi molesti
La questione potrebbe apparire di secondaria importanza, ma non lo è. Anche perché permette di approfondire una riflessione sui nuovi modi di lavorare e su come gli strumenti digitali che usiamo quotidianamente per portare a termine gli incarichi che ci vengono assegnati possano condizionare (per non dire danneggiare) la nostra vita privata. Il punto è stato sollevato in Francia dove il governo ha avviato la consultazione con i sindacati per il rinnovo del Codice del Lavoro. Tra le proposte sul tavolo, quella di dare forma al diritto di “disconnessione” che autorizzerebbe il lavoratore che esce dall’ufficio (o dalla fabbrica) a spegnere il telefonino e a non controllare più le email in arrivo.
La questione – che in Italia non è mai stata affrontata – ha già suscitato animate discussioni in altre parti d’Europa. E ha prodotto, in alcuni casi, risultati interessanti. Quella di non rispondere a messaggi che arrivano dopo le 18 o durante i weekend è, ad esempio, una prassi già consolidata tra gli ingegneri che lavorano per il Syntec francese e anche tra i dipendenti della tedesca Wolkswagen, le comunicazioni professionali si interrompono di netto tra le 18.15 e le 7 del mattino successivo. Di lavoro, insomma, si parla solo in ufficio.
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